NOI E I CITTADINI ASPETTIAMO RISPOSTE

Lamezia Terme -

Abbiamo ricevuto una lettera dell’avvocato della cooperativa “Attiva”, con la quale ci veniva richiesta una rettifica a mezzo stampa. Nell’ultimo nostro documento, infatti, abbiamo erroneamente citato la cooperativa “PrivatAssistenza” in luogo della cooperativa “Attiva”.

A parziale giustificazione del nostro errore, c’è da dire che le due cooperative sono strettamente legate tra di loro, come conferma lo stesso avvocato, e che la confusione è intervenuta solo in questa circostanza, dal momento che nel documento iniziale del 29 marzo, unitamente alle altre ditte chiamate a gestire dall’Asl n. 6 alcuni servizi pubblici, abbiamo citato correttamente la cooperativa “Attiva”.

Ciò detto e scusandoci per l’errore, riteniamo che la sostanza del problema non muti, così come ha giustamente rilevato con la sua chiosa finale anche il giornalista di un quotidiano che ha pubblicato la nota del legale della Cooperativa.

Alle RdB non interessa attaccare le singole società destinatarie dei provvedimenti dell’Azienda Sanitaria, né ci interessa attaccare personalmente il Direttore Generale Di Tommaso o l’Assessorato regionale alla Sanità: quello che interessa alle RdB è che le condizioni degli ammalati, così come quelle di chi questi ammalati è chiamato ad assistere con la propria professionalità, migliorino rispetto a quelle attuali; per cui, in un momento in cui i fondi a disposizione del servizio sanitario pubblico scendono in modo assai preoccupante, riteniamo incomprensibile che si pensi ad esternalizzare servizi gestiti sinora da personale interno, aggravando così la spesa già pesantemente colpita.

I 110 mila euro che sono utilizzati  per pagare la ditta che fa la consulenza esterna per la redazione delle buste paghe, non potrebbero essere utilizzati per migliorare la qualità dei servizi offerti agli ammalati? O per formare al meglio il personale preposto ad utilizzare gli strumenti sofisticati acquistati di recente? O anche per effettuare un’opera di disinfestazione fatta a regola d’arte che liberi gli ammalati ed il personale dagli attacchi delle zanzare degli ultimi giorni (e siamo ancora ad aprile, figurarsi ad agosto)? Oppure più semplicemente per addestrare il personale amministrativo a farle bene e dall’interno quelle buste paga evitando spese future?

Quindi, per tornare alla cooperativa “Attiva”, poco importa se l’incarico è solo di supporto organizzativo, come precisa il legale della società, perché quello che a noi interessa è che comunque si utilizzano dei soldi pubblici per un servizio che già esisteva e che, a detta dei pazienti, era anche ben organizzato.

Avevamo, ingenuamente, pensato, che una nota del Direttore Generale Regionale (dopo che le RdB avevano invocato un intervento dell’assessore regionale) bastasse a ristabilire le regole del servizio di assistenza domiciliare.

Invece, la direttrice Di Tommaso, ben lontana dall’essere sfiorata da qualsiasi dubbio, ha risposto su un quotidiano locale, che la Regione, ed in particolare il Direttore Generale, non aveva capito la delibera.

Addirittura!

Allora le cose si complicano o il Direttore Generale è un incapace che non sa interpretare una piccola delibera di 19.000 euro (e questo ci parrebbe molto grave) o la Direttrice Generale non  ha il buon senso di riconoscere un errore e di correggere una decisione sbagliata.

A questo punto diventa importante per noi, ma soprattutto per i cittadini, capire una cosa: ci troviamo di fronte ad un direttore generale arrogante, o ad un dirigente regionale incapace?

L’interrogativo è assai inquietante, noi, come i cittadini tutti, aspettiamo risposte dall’unico soggetto in grado di darcele: l’Assessore Regionale alla Sanità.