Esternalizzazioni nella sanità
La RdB/CUB rivendica il suo ruolo nella denuncia sull’ assistenza domiciliare e sulle altre esternalizzazioni
Alla RdB/CUB fa molto piacere che, parlando di sanità, si torni a parlare di cose serie, come quelle riguardanti le esternalizzazioni.
Al nostro sindacato non interessano medaglie o primogeniture, però è opportuno ricordare che sono state proprio le Rappresentanze di Base a sollevare per prime il velo di indifferenza (o di connivenza) che ha coperto da sempre queste questioni: a Lamezia Terme sulle esternalizzazioni messe in atto dal Direttore Generale dell’ASL 6 ed in particolare quelle più scandalose come l’assistenza domiciliare e la gestione delle buste paghe, c’è stata una lunga querelle, dai toni a volte aspri, che ha visto le RdB da sole contestare con fermezza queste manovre.
Tutto questo in un vuoto assoluto e in un silenzio irreale di tutti gli altri sindacati e dei partiti, contenti evidentemente di come l’ASL di Lamezia, così come le altre della Calabria, venivano gestite; ma la realtà è diversa e ben la conosce la gente comune che, purtroppo, vive le condizione a volte drammatiche del degrado in cui versano le nostre strutture.
Se questo è il risultato di ASL affidate a manager, sicuramente abbiamo ragione, come RdB/CUB a voler ridare centralità al ruolo pubblico della sanità, evitando manager che, venendo da fuori regione, sono nelle strutture solo per 3 o 4 giorni a settimana.
Per tornare alle esternalizzazioni, a Lamezia, la Direttrice dell’Asl non solo ha affidato a ditta privata il servizio dell’assistenza domiciliare, ma ha pensato bene di ricollocare in altre attività il personale che da anni gestiva quel servizio: quello che le RdB vogliono sapere se, approfittando della confusione che regna oggi nell’incertezza del futuro della sanità calabrese, non si stia già predisponendo un rinnovo della convenzione che scadrà entro la fine di questo mese
I presupposti ci sono tutti, anche perché la Direttrice dell’Asl di Lamezia, su questa questione, ha disatteso, il mese passato, un ordine preciso del Direttore Generale della Regione Calabria (intervenuto su espressa richiesta delle RdB), che gli aveva intimato di annullare la delibera di affidamento dell’incarico alla Cooperativa privata.
Vorremmo anche sapere, prima che la Direttrice vada via, che fine abbia fatto il bando di gara per la redazione delle buste paghe da affidare anche questo ad una ditta esetrna.
Per questo chiediamo che l’assessorato regionale faccia delle verifiche sulle questione evidenziate sopra, come sulle altre sollevate nei mesi precedenti, bloccando ogni possibile affidamento all’esterno e facendosi garante nei confronti dei cittadini.
A noi appassionano poco le polemiche su quante debbano essere le Asl nella nostra regione, a noi interessa che la sanità in Calabria funzioni davvero, che i cittadini non debbano scontrarsi con una realtà che li costringa a trasferirsi fuori regione, che le professionalità interne vengano valorizzate al meglio, che i lavoratori precari, indispensabili per un buon funzionamento delle strutture, vengano assunti definitivamente.
Per questi motivi, a differenza di altri sindacati risvegliati improvvisamente dall’anestesia generale, non ci hanno interessato le battaglie di “pennacchio”, ma ci interessano solo i problemi reali.
Ecco allora il senso della nostra proposta all’indomani dell’accorpamento delle Asl: istituire un’unica Asl regionale alle dirette dipendenze dell’assessore, che faccia piazza pulita di tutti questi manager attenti solo ai bilanci (importanti certamente, ma non a discapito della qualità dei servizi), e ridia centralità al ruolo pubblico della salute.