USB VV.F. CALABRIA: SERVONO FATTI TANGIBILI PER SUPPLIRE ALLE CARENZE STRUTTURALI DEI NOSTRI VIADOTTI IN CALABRIA
La vera grande opera di questo paese consiste nel metterlo in sicurezza e soprattutto in Italia serve la Prevenzione, la Salvaguardia e la Sicurezza di ogni singolo cittadino. Sono anni e anni che l’Unione Sindacale di Base dei Vigili del Fuoco denuncia questo status di altissimo degrado e menefreghismo delle politiche passate, riguardanti i temi della sicurezza in tutti i luoghi sia all’aperto che al coperto.
In questo paese si ragiona con la mente della produttività del guadagno e per le menti capitaliste, manageriali, imprenditoriali ed azioniste, investire sulla P.S.S. (Prevenzione - Salvaguardia - Sicurezza) vuol dire investire i soldi propri e non intascare neanche un centesimo e non si ha nessun guadagno o tornaconto personale, ma solo uno spreco di soldi è il loro modo di vedere e di pensarla. Infatti per accertare ciò, anche nelle aziende, imprese, ecc.. si sentono i grandi capitalisti preoccuparsi non dei diritti e della sicurezza di ogni singolo cittadino ma giornalmente enfatizzano: «i vostri problemi ed i vostri fantomatici diritti li dovete lasciare al di fuori di queste mura, perché anche oggi dobbiamo solo pensare a produrre per un grosso guadagno».
Detto ciò nelle stanze sindacali dell’USB della Calabria stanno continuando ad arrivare lamentele da tutto il perimetro calabrese inerente a strutture e strade che non sono tanto in sicurezza e tante altre che forse stanno ancora aspettando il via e l’arrivo dal Messia. Fatta questa premessa facciamo una prima denuncia sulle mille segnalazioni dei singoli cittadini del posto e non solo, sul Ponte di Celico (in Provincia di Cosenza), il quale a “dire” dell’Anas (ente privato) è tutto a posto! Innanzitutto se è tutto apposto lo diranno solo ed esclusivamente gli organi competenti dello Stato che sono: il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco (sottolineiamo che attraverso le normative vigenti solo ed esclusivamente i Vigili del Fuoco è l’ente che è autorizzato a visionare e vigilare sulla sicurezza in tutti i luoghi sia all’aperto che al coperto, e sono solamente i Vigili del Fuoco a sentenziare se un qualsiasi sito è idoneo o non idoneo in termini di sicurezza). Se qualcuno avesse da dubitare qualcosa lo informiamo che siamo l’ente che ha oltre duemila ingegneri messi tutti insieme ed oltre quattromila funzionari e ventottomila professionisti del soccorso delle verifiche e della prevenzione che ogni mattina “Studiano” e forse se non chiediamo troppo, abbiamo l’autorevolezza di dire la nostra; ed il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti competente e non una S.p.a. e privata.
In più lo stesso Ponte di Celico non ha subito nessuna ristrutturazione idonea (stiamo parlando una ristrutturazione nuovamente in cemento armato, ecc…) affinché sparisse quell’avvallamento e tutte quelle anomalie che lo rendono vulnerabile, ed ad oggi ancora persiste questo grosso avvallamento. E’ stato fatto solo un alleggerimento della struttura e cioè un alleggerimento del cemento, dell’asfalto, ecc… interessando anche i cordoli sottolineando che il passaggio è obbligatoriamente consentito ai veicoli di percorrerla a 30 Km/h.
Inoltre ci sono delle centraline suddivise su tre livelli con l’attivazione dei semafori all’inizio del tragitto nel caso in cui ci fosse un pericolo o qualsiasi movimento strano, ma è possibile che quel “segnale di pericolo” scatti dopo che le macchine sono passate con conseguente perdita della sua visibilità. Questo è chiamare sicurezza per l’Anas S.p.a. (società con azioni, con capitali da salvaguardare)? Ma una cosa è certa andremo più a fondo e andremo ad accertarci in merito alla questione da chi di competenza, a pensar male spesso ci si indovina diceva qualcuno. Nel crotonese invece c’è il Ponte di Neto che ha un abbassamento, un segno di cedimento e soprattutto vi è un avvallamento al centro sempre grazie a concessioni per scavare sabbia sotto i piloni – scienziati illuminati! Vogliamo evidenziare che inoltre vi è la Statale 106 sotto intitolata la strada delle “morti” e delle “stragi”, in quanto è una strada stretta, ci sono troppi accessi poderali ed è attestato che “NON” E’ A NORMA DI SICUREZZA, c’è un Bando per metterla in sicurezza, ma ancora non si sa nulla, anni ed anni solo di propaganda elettore. A Catanzaro abbiamo l’ex Ponte Morandi ad oggi Viadotto Bisantis il quale dopo le continue segnalazioni sui social, giornali ecc… dei singoli cittadini (E NON DEGLI ADDETTI AI LAVORI CON STIPENDIO A SEGUITO) qualcuno grazie al cielo ha preso la cosa sul serio e sono iniziati i lavori di ristrutturazione di una sola parte - altre parti fotografate ed esaminate “NON” ci rassicurano. Nel Reggino invece abbiamo il ponte di S. Anna il quale ha i pilastri usurati con il ferro/acciaio ossidato esposto alle intemperie, anche in questo caso attendiamo il “miracolo”. L’elenco della “NON” sicurezza in Calabria è lungo, ma almeno iniziamo da qui, basta con lo sperpero di denaro pubblico, siamo quasi nel 2019 dove la tecnologia ha fatto passi da giganti e non sono più tollerabili catastrofi che si possono evitare con l’attività di Prevenzione - quella che i vari governi hanno completamente tagliato. E’ venuto il momento di dire basta bisogna investire per la P.S.S., perché il cittadino paga tasse e strade sulle quali poi muore. Tanto per questi signori capitalisti le stragi sono scontate, mentre per i Vigili del Fuoco il dramma è doppio, poiché devono recuperare i morti e si devono vivere scenari di orrore, i rispettivi familiari delle vittime piangono i propri cari.
Infine diciamo a tutta la popolazione calabrese che USB VV.F. ad oggi è in attesa di una convocazione con i vertici del Ministero dell’Interno per trattare il problema del soccorso tecnico e la sicurezza della ricostruzione e soprattutto bisogna riformare il sistema di Protezione Civile sostenendo una vera riforma della macchina del soccorso che si basi sulla Prevenzione, Salvaguardia e Sicurezza, come già avanzato in parlamento con nuovo DDL.
Per ultimo sempre per le nostre attività di prevenzione vorremmo ricordare a tutti che il cemento armato aggredito da agenti atmosferici e dall’inquinamento è sottoposto ad usura. Quindi ogni cittadino deve essere a conoscenza che i costi del mantenimento per l’utilizzo di questo materiale, in principio conveniente, sono estremamente eccesivi, ecco perché la manutenzione viene rimandata. L’ambiente chimicamente aggressivo a cui sono esposti i manufatti in cemento armato ha una notevole influenza sulla durata nel tempo di tali strutture. Forse potrà sembrare strano ma l’agente aggressivo più comune e fra i più deleteri è l’anidride carbonica.
Questo gas presente nella nostra atmosfera in concentrazioni sempre più crescenti specialmente nei centri urbani automezzi, scarichi… è il responsabile del fenomeno noto col nome di Carbonatazione.
Non vorremmo mettere altra carne al fuoco…Ma prevenire è il nostro mestiere oltre che un nostro dovere.
Catanzaro, 18/08/2018