USB CALABRIA TELECOMUNICAZIONI: NON VEDO NON SENTO NON PARLO
Continuano ad arrivare imperterrite sotto la porta dell’Unione Sindacale di Base della Calabria in sede a Catanzaro (in busta chiusa ed in forma anonima), segnalazioni e denunce sui continui “status” di disagio psicologico e non solo, che vivono quotidianamente tutti i Lavoratori del Call Center dell’Abramo Customer Care S.p.a., ed ogni lamentela pervenuta ne è la prova tangibile. Ma non è un problema, perché noi dell’Unione Sindacale di Base della Calabria sappiamo che dietro ogni Lavoratore ci deve essere sempre un sindacato consapevole della sue funzioni (anche se non lotta direttamente, ma sono gli stessi Lavoratori che subiscono e devono organizzarsi nella lotta). Molte volte questo stesso sindacato (USB) deve caricarsi sulle proprie spalle i Lavoratori che sono ridotti a brandelli dai padroni e da questo sistema capitalista, e la stessa USB deve occuparsi e rimanere dalla parte dei Lavoratori che sono sempre stati parte debole e vulnerabile (pulendo le ferite, ecc.. – Metaforicamente) fino a quando sono capaci di camminare da soli con le proprie gambe. Invece gli altri sindacati in questa azienda, al posto di prendersi cura esclusivamente della “Base” (I LAVORATORI), gli stessi fanno solo gli interessi del sistema padronale, e tra i banchi delle “cuffie” c’è qualcuno che intimorisce i Lavoratori dicendo: «…quelli lì possono fare sindacato solo nei Vigili del Fuoco, non ne capiscono nulla di telecomunicazioni…», infatti noi dell’USB VV.F. vogliamo chiedere scusa a “Tutti”anche all’Azienda se la nostra” ignoranza sindacale “ non supera quella altrui. E vogliamo specificare a tutti questi signori che noi dell’USB sindacato “Rappresentativo” in tutti i luoghi di lavoro (risultiamo presenti sui terminali dell’A.R.A.N – abbiamo voluto specificarlo poiché a dire dell’Azienda e degli altri sindacati siamo i “ciabattini” della situazione), essendo principalmente sindacato dei Vigili del Fuoco “Rappresentativo”, abbiamo un doppio senso di responsabilità nei confronti di tutta la popolazione e di tutti i lavoratori, non solo per un codice morale e del senso del dovere in base al nostro “giuramento” allo STATO in tutto il suo insieme, che sono: PERSONE, BENI, AMIMALI, LUOGHI DI LAVORO, COSE, ECC… e di militanza sindacale, ma soprattutto come Lavoratori dello “Stato” e non di un’Azienda padronale dove regna l’etica del Marchese del Grillo – Le nostre lotte e le nostre conquiste come USB Vigili del Fuoco e non solo, sono scritte tra le pagine della cronaca della “Storia”, basta solo documentarsi , altro che “ciabattini”; abbiamo lottato e conquistato da soli con la forza di ogni singolo Lavoratore nelle piazze, stanchi dei sindacati amici dei padroni. Ed ora vogliamo chiedere a un’intera popolazione, solo perché facciamo gli interessi dei Lavoratori (DIRITTI E STATO SOCIALE) non ne capiamo di sindacato? Ora il mondo è al contrario, fare il bene dei Lavoratori significa fare male ed il male in questo mondo è fare bene? Noi questa cosa non l’accettiamo, non l’abbiamo mai accettata e mai l’accetteremo. Altre problematiche persistono attraverso queste segnalazioni, in quanto alcuni Lavoratori che si occupavano delle commesse devono essere trasferiti dal Sito di Cassiodoro al Sito di Settingiano per occuparsi di un’altra commessa. Il corso per questi Lavoratori doveva iniziare il 12 Marzo di c.m., gli stessi Lavoratori ignari di ciò, hanno saputo per via traverse che il corso è stato slittato a data da destinarsi. Cosa ancora più importante è che la lettera di gran parte dei lavoratori “trasferiti”, vincola gli stessi che giorno 21 c.m. devono essere sul nuovo posto di lavoro e fino qua tutto o.k.; ma la cosa strana è che avendo ricevuto noi (USB CALABRIA) questa segnalazione in forma anonima ieri, nella quale si faceva presente che l’azienda alla data del 14 c.m. non aveva comunicato ai suoi Lavoratori ne l’inizio del corso e ne gli orari lavorativi. Tutto questo come sempre crea nell’ambito lavorativo un profondo malcontento e una situazione lavorativa d’insofferenza, ed il sentirsi come sempre l’ultima ruota del carro senza tutele e senza considerazione. Non per ultimo si mette in evidenza che ogni singolo lavoratore oltre alla vita lavorativa e quindi agli obblighi dovuti all’azienda ha una vita privata una famiglia a cui deve gli “obblighi” del caso. La mancanza di comunicazione e la mobilità immediata rendono la vita privata e familiare di ogni singolo lavoratore invivibile, creando ulteriori forme di stress e tensioni che si ripercuotono nella vita di ognuno. Vanno bene diritti e doveri ma devono essere bilaterali e non univoci, poiché i Lavoratori non sono pedine da scacchiera.