UN FIUME IN PIENA
Anche dalla Calabria una forte partecipazione allo sciopero.
La pioggia, caduta ieri copiosamente per tutta la mattinata nella Capitale, non é riuscita ad oscurare il sole che centinaia di migliaia di lavoratori hanno fatto sorgere sfilando, incuranti dell’acqua, per le vie di Roma.
Un fiume di persone, ha portato in piazza la rabbia dei lavoratori, colorati e divisi per le varie categorie: vigili del fuoco, ministeriali, giustizia, sanità, scuola, agenzie fiscali, parastato, precari, settore privato.
Lo sciopero generale organizzato dalle RdB-CUB, assieme alle altre organizzazioni del sindacalismo di base, ha superato ogni più rosea aspettativa. Una marea umana, 450-500 mila persone, è scesa per le strade di Roma per gridare il proprio NO alle scelte che questo governo sta compiendo.
In piazza erano rappresentate le incertezze di quelli che un tempo costituivano il ceto medio; le incertezze di chi è precario da una vita e vede allontanarsi sempre di più la possibilità di trovare risposte al proprio futuro; le incertezze di chi deve affidare ad una scuola sempre più umiliata i propri bambini; le incertezze di chi è venuto da lontano per trovare lavoro e viene giudicato criminale per il solo colore della pelle.
La Calabria è stata largamente presente in questa manifestazione, come mai era successo in precedenza: la RdB, infatti, è riuscita ad organizzare quasi 10 autobus e diversi vagoni di un treno appositamente prenotato, che hanno portato a Roma migliaia di lavoratori e precari della nostra regione, i quali hanno sfilato rumorosamente dietro lo striscione della Federazione regionale Calabria e portato altri striscioni dei vari comparti (particolarmente apprezzato quello del comparto regionale medici).
Ad essere impressionanti sono anche i numeri dei lavoratori calabresi che, pur non salendo a Roma, hanno comunque scioperato nella giornata di venerdì: non vi sono ancora i dati definitivi, ma in diversi uffici l'adesione allo sciopero è stata così alta da costringere i direttori a far avvertire gli utenti che i servizi non potevano essere assicurati.
Riteniamo che, così come il Governo centrale non potrà adesso non tener conto della grandissima manifestazione di piazza, altrettanto dovrà accadere in Calabria, dove il Governo regionale dovrà per forza confrontarsi con i lavoratori e precari calabresi rappresentati dalle RdB/CUB.