SORICAL
Quando una cosa seria si trasforma in farsa
La vicenda Sorical sta, a questo punto, assumendo dei toni grotteschi. Pertanto, per come emerso e concordato dall’assemblea dei lavoratori tenutasi in data 23.09.2008, che ha fatto proprio questo comunicato, riteniamo di dover richiamare tutti alle proprie responsabilità. E’ bene ricordare come, in data 1° novembre 2004, sia stato imposto ad alcuni dipendenti regionali, un distacco presso la società Sorical la quale, senza il loro apporto, non sarebbe stata in grado di iniziare l’attività. Tutto questo in attesa della emanazione di una legge regionale, già prevista nel decreto istitutivo della Sorical, la quale avrebbe dovuto individuare le unità lavorative necessarie per le funzioni di interfaccia e controllo dell’attività Sorical, unità che avrebbero avuto il diritto di opzione. Ora, nel mentre tale legge regionale è ancora in itinere, assistiamo ad una indecorosa dequalificazione dei dipendenti prima utilizzati ed attualmente lasciati fuori da questo processo praticamente a non far nulla. Le riunioni che si sono susseguite sull’argomento, l’ultima delle quali in presenza del nuovo direttore generale del competente assessorato, hanno prodotto ulteriori attriti poiché si è cercato palesemente, di scaricare sui lavoratori colpe che invece appartenevano unicamente alla classe dirigente, politica e non, con buona pace di altre sigle sindacali sempre presenti dal punto di vista mediatico, quanto assenti nei momenti reali di lotta al fianco di chi lavora. Il tutto senza che la competente figura politica rendesse manifesto quanto dei lavoratori scientemente ignorati e calpestati nella loro dignità, attendevano: la volontà di mettere fine a tanta vergogna. Non è ultroneo ribadire che si tratta di lavoratori con oltre venticinque anni di esperienza negli acquedotti regionali, i quali, giustamente, non sono disponibili a svendere il loro bene più prezioso: la dignità. Difatti tali persone, che andavano molto bene quando si è trattato di far partire la Sorical, venivano poi accantonati come oggetti dismessi per poi essere definiti da qualcuno “inutilizzabili”, con atteggiamenti vergognosi per una classe dirigente degna di tale nome. Riteniamo invece che la regione Calabria, piuttosto che perdersi in consulenze dalla dubbia efficace e dall’elevato costo, farebbe meglio a far lavorare simili professionalità in grado di controllare, come è giusto che sia e come è peraltro previsto dalla convenzione e da tutti gli atti connessi, l’attività gestionale della Sorical. Tale fatto è tanto più grave perché riferito ad un bene non negoziabile, l’acqua della Calabria, la quale non può che esser proprietà dei calabresi. Ci permettiamo di rammentare a chi di competenza quanto assunto agli onori della cronaca nazionale relativamente ai fatti legati ad Acqualatina, così come ricordiamo che oramai dappertutto, la tendenza sempre più forte è quella di ritornare ad una gestione degli acquedotti con società interamente pubbliche perché è un furto trarre profitto dal bene acqua. E’ troppo facile scaricare colpe su chi lavora quando aglii stessi è stato letteralmente impedito di svolgere i loro compiti. Alla luce di ciò, e per come e quanto emerso dalla assemblea sopraccitata, la RdBCUB Calabria, nel mentre contesta anche quanto accordato dalla attuale giunta regionale, sotto forma di prestiti per svariati milioni di euro alla stessa Sorical, ribadisce alcune richieste non negoziabili:
1 Mantenimento delle sedi zonali ed riattivazione di quelle eventualmente già chiuse;
2 Svolgimento da parte delle stesse del controllo attività gestionale Sorical ed eventualmente di controllo e supporto tecnico negli acquedotti
3 Ripristino della dotazione organica necessaria alle varie sedi zonali per lo svolgimento dei compiti sopraelencati
L’acqua è di tutti i calabresi pertanto non siamo disponibili a svendere la dignità di quei lavoratori che con il loro sforzo giornaliero possono garantire questo bene prezioso alla collettività.