Nave dei Veleni: Il Manifesto raccoglie le denunce di USB Calabria
Le denunce dei giorni scorsi di USB Calabria sui rischi che correranno, tra gli altri, i Vigili del Fuoco per il prossimo arrivo al Porto di Gioia Tauro della nave dei veleni, sono state raccolte da Greenpeace e rilanciate sul Manifesto.
In allegato l'articolo del Manifesto
«Sono anni che il personale dei VVF non viene più formato in materia Nbcr (Nucleo Batteriologico Chimico Radioattivo, ndr) e per i mezzi acquistati per questo scopo, buttati in capannoni oppure impiegati per altri servizi d'istituto, non è possibile la manutenzione perché mancano i fondi»
Scatole di tute e filtri scaduti, bidoni di sostanze coperte di polvere e un senso di abbandono generalizzato. «In queste condizioni dovremo garantire la sicurezza durante il trasbordo delle armi chimiche dalle navi che arriveranno dalla Siria verso la Cape Ray statunitense»
«Nei prossimi giorni saremo coinvolti in una esercitazione specifica per l'arrivo delle armi chimiche siriane prosegue il racconto ma la situazione, al momento, è questa. Se oggi ci fosse un incidente rilevante, l'attrezzatura che ci serve è nelle condizioni mostrate dalle fotografie». USB VVF ha denunciato la disattivazione dello scanner RTM910T utilizzato per rilevare, tra l'altro, eventuali radiazioni provenienti soprattutto dai rottami ferrosi «costato 45 milioni di lire». Un'anomalia che potrebbe rendere il porto di Gioia Tauro un approdo «sicuro» per chi gestisce traffici illeciti pericolosi per l'ambiente e i lavoratori addetti alla logistica.
Tutto tace sul cielo della Calabria.