L'Acqua
il tentativo di privatizzare la gestione dell'acqua
Diritto Universale all’uso dei Beni
– L’ ACQUA -
Se, nei prossimi dieci o quindici anni, non verrà concertata nessuna azione volta a garantire la fornitura dell’acqua in un quadro mondiale efficace di regolamentazione politica, economica, giuridica e socioculturale, il suo dominio provocherà innumerevoli conflitti territoriali e condurrà a rovinose battaglie economiche, industriali e commerciali.
“Ogni uomo deve avere la possibilità di usufruire del benessere necessario al suo pieno sviluppo. La persona infatti, non può fare a meno dei beni materiali che rispondono ai suoi bisogni primari e costituiscono le condizioni per la sua esistenza”
Premesso che:
• L’Italia è prima in Europa per il consumo d’acqua e terza nel mondo con 1.200 metri cubi di consumi l’anno pro capite. Più di noi soltanto gli Stati Uniti e il Canada. Rispetto i parametri europei non possiamo invece che passare per spreconi: gli italiani consumano quasi 8 volte l’acqua usata in Gran Bretagna, dieci volte quella usata dai danesi e tre volte quello che consumano in Irlanda o in Svezia. Allarme sullo spreco anche da parte del WWF che annuncia la disponibilità d’acqua dolce in Italia sta scendendo dai 2.700 metri cubi pro capite ai 2.000 metri cubi;
E’ chiaro, quindi, che la principale fonte di vita dell’umanità si sta trasformando in una risorsa strategica vitale.
Il valore crescente dell'acqua, le preoccupazioni concernenti la qualità e la quantità di approvvigionamenti, oltre che le possibilità di accesso, accordate o rifiutate, stanno avvicinando l'acqua al petrolio e a certe ricchezze minerali in quanto risorsa strategica. La sua rarità e il suo valore crescente porteranno sempre più a delle politiche dell'acqua e a conflitti internazionali che potranno attribuire ai diritti su quest'ultima un'importanza di primo piano.
Sono diverse le soluzioni prese in esame e le tematiche di intervento per gestire al meglio la crescita del consumo dell’acqua. Comunque è evidente che mancano delle regole mondiali di controllo sulla gestione dell’acqua e la sua difesa come bene comune, patrimoniale e prevale l’approccio di considerare l’acqua un bene da lasciare alla libera regolamentazione del mercato.
Tuttavia, per quanto riguarda la gestione dell’acqua, c’è da fare i conti con un crescente fenomeno di privatizzazione dell’acqua. Nel Regno Unito è stata l’espressione di una scelta politica del governo Thatcher. La privatizzazione alla francese (fondata sul sistema della "gestione delegata" dei servizi alle compagnie private) è di gran lunga la più usata. In Canada vi sono stati dei tagli drastici alle spese per le infrastrutture e le municipalità locali sono state costrette ad affidare gli investimenti in materia di acqua alle compagnie private. Forti spinte per la privatizzazione sono presenti in Germania federale, in Irlanda, in Italia, nei Paesi Bassi. Moltissime le città nel Sud del Mondo in cui da diversi anni tale privatizzazione si è verificata.
la privatizzazione dell’acqua non è una soluzione efficace dal punto di vista politico, sociale, economico, ambientale, etico. Non è giustificabile considerare l’acqua come una fonte di profitto. In quanto fonte di vita, l’acqua è un bene patrimoniale che appartiene agli abitanti del pianeta (così come agli organismi viventi). La privatizzazione del petrolio è stata e resta un errore storico fondamentale, che non può essere ripetuto: bisogna impedire la petrolizzazione dell’acqua"
La privatizzazione fa gonfiare i prezzi dell’acqua in maniera smisurata. Il capitale privato è consapevole del fatto che i servizi per l’acqua sono diventati un settore di attività molto redditizio. Così, le grandi multinazionali dell’acqua, (tra cui le francesi Suez-lyonnaise, Vivendi-Generale, Saur-Bouygues, o le più note Danone e Nestlé) spingono perché si sviluppi il mercato dell’acqua. Grazie alla loro potenza finanziaria, alla loro tecnologia e alle loro enormi competenze accumulate negli anni, esse sperano di assicurarsi il controllo di questi mercati.
Qualche esempio. La Danone ha acquisito la gestione di tre sorgenti: una in Indonesia, una in Cina e l’altra negli Stati Uniti. La Nestlé ha iniziato a commercializzare in Pakistan la sua prima acqua "purificata", acqua di rubinetto trattata con l’aggiunta di minerali.
ORA E’ IL NOSTRO TURNO
Infatti proprio in queste ore si sta privatizzando - ( con l’indifferenza totale dei nostri politici e dei media) - il servizio idrico per la gestione dell’acqua della Provincia di Catanzaro, ma ci chiediamo – chi ci guadagnerà?, non sicuramente il cittadino.
E’ necessario attivarsi per un Contratto Mondiale sull’acqua, fondato su alcuni principi necessari ed indispensabili per una politica solidale dell’acqua a livello locale e mondiale.
L’acqua appartiene a tutti gli abitanti della Terra in comune
In quanto fonte di vita insostituibile per l’ecosistema, l’acqua è un bene vitale che appartiene a tutti gli abitanti della Terra in comune. A nessuno, individualmente o come gruppo, è concesso il diritto di appropriarsene a titolo di proprietà privata.
L’acqua è patrimonio dell’umanità. La salute individuale e collettiva dipende da essa. L’agricoltura, l’industria e la vita domestica sono profondamente legate ad essa. Il suo carattere " insostituibile " significa che l’insieme di una comunità umana – ed ogni suo membro – deve avere il diritto di accesso all’acqua, e in particolare, all’acqua potabile, nella quantità e qualità necessarie indispensabili alla vita e alle attività economiche.
Il diritto all’acqua è un diritto inalienabile individuale e collettivo
Pertanto
Per un'iniziativa dal basso in difesa dei beni comuni.
Per un nuovo concetto di pubblico partecipato.
Per il riconoscimento dell'accesso all'acqua come diritto universale e la lotta agli sprechi.
Si è costituito a Lamezia Terme, in data 06/12/06 il Comitato Lamezia a difesa dell'Acqua Pubblica;
del comitato fanno parte una serie di associazioni e tra queste la sottoscritta O.S. – RdB/CUB Federazione Regionale con sede in Lamezia Terme alla via Aldo Moro n. 33 – nonché privati cittadini.
Il Comitato costituitosi
chiede
nell’immediato, una serie di punti politicamente qualificanti:
• Il riconoscimento dell'acqua come bene comune non privatizzabile, e la decadenza delle forme di gestione privata o mista entro il 2008.
• L'accesso gratuito al servizio di erogazione relativamente al quantitativo giornaliero di acqua potabile indispensabile per l'uso individuale, accanto alla promozione delle forme di risparmio e riutilizzo della risorsa ed alla lotta agli sprechi.
• L'introduzione di forme di partecipazione diretta alla gestione del servizio, con l'istituzione di una Consulta del diritto all'acqua composta da lavoratori ed utenti.
l'accesso all'acqua come diritto universale