LA DOGANA DI GIOIA TAURO E I DISAGI PRESUNTI
LA DOGANA DI GIOIA TAURO
E I DISAGI PRESUNTI
Le RdB non siglano l’accordo sulla disagiata.
Si è svolto nei giorni scorsi con la Direzione Regionale delle Dogane di Napoli, la contrattazione sulla indennità di disagio prevista dall’ipotesi di contratto collettivo integrativo.
Al di là delle considerazioni che il CCNI, non essendo ancora stato sottoscritto, potrebbe essere anche sottoposto a modifiche o ad interventi da parte degli organi di controllo, e volendosi, comunque, “portare avanti” con il lavoro, abbiamo ovviamente accettato di discutere l’ordine del giorno, anche se, come ha dichiarato lo stesso Direttore Regionale, i margini della contrattazione, secondo lo schema proposto dall’art. 18 del CCNI, sono praticamente nulli.
I rappresentanti delle RdB, di fronte alla constatazione che ciò che veniva richiesto era la sola constatazione di quanto già deciso a livello nazionale (accordo sul CCNI che le RdB non hanno comunque sottoscritto), non sentendosi per nulla a proprio agio nel ruolo di notai, hanno avanzato delle considerazioni di carattere politico sul Contratto Integrativo e sull’art. 18 in particolare.
I cosiddetti criteri “oggettivi” previsti dall’art. 18 sono talmente poco oggettivi da rendere quasi superfluo il mantenimento di questa indennità che un tempo andava a coprire economicamente un reale disagio patito dai lavoratori di alcune dogane di confine, chiamati ad operare in condizioni di assoluta difficoltà ambientale e spesso anche climatiche.
Oggi, viceversa l’idea dell’Amministrazione e di chi ha condiviso questa scelta, è quella di spalmare questa indennità tra quanti più uffici possibile, eliminando, di fatto la discriminante del disagio reale.
Accade così, che una dogana come Gioia Tauro (dogana il cui disagio in cui operano i lavoratori riteniamo che non possa essere messo in dubbio da nessuno), percepirà la stessa somma di molte altre dogane in tutta Italia, dove il disagio è assolutamente nullo.
Non bastasse ciò, il personale della Dogana di Gioia percepirà addirittura una somma inferiore a quella che percepisce attualmente e, in aggiunta, a differenza di ora, la percepirà solo per l’orario ordinario, come se nel fuori orario il disagio di lavorare in un posto come Gioia non fosse più tale.
Alla luce di tutto questo, ci chiediamo che senso abbia mantenere tutt’ora questa indennità, pagata, tra l’altro con i soldi del FUA, cioè con i soldi nostri: visto che l’intenzione dell’amministrazione è di accontentare quante più dogane possibili, forse a questo punto sarebbe meglio darla a tutti, ammettendo che lo stesso lavoro in dogana è un disagio, oppure non darla a nessuno, recuperando queste somme da destinare ad una nuova stabilizzazione del salario accessorio.
Alla luce delle considerazioni sopra esposte e considerando l’applicazione dell’art. 18 gravemente lesivo della dignità dei lavoratori della Dogana di Gioia Tauro, le RdB hanno deciso di non condividere i criteri indicati nel verbale, aggiungendo, unitamente alla FLP, una nota a verbale che alleghiamo.
Lamezia Terme, 30 agosto 2007