BENVENUTO DELIO: Perché lascio la Cgil

Anche il Calabria, importanti pezzi della Cgil che non si riconoscono più in quel sindacato, aderiscono alla USB.

Venerdì Conferenza Stampa per spiegare le ragioni dell'uscita dalla Cgil e dell'adesione alla USB

Cosenza -

Delio Di Blasi dirigente storico della CGIL,  componente del  Comitato di Garanzia Sud, ex  segretario della Camera del lavoro di Cosenza  ed ex ispettore nazionale della Funzione pubblica  lascia la CGIL  e decide di aderire a USB.

L’ormai ex  dirigente della CGIL  nella lettera di dimissioni dalla CGIL motiva la sua decisione partendo dall’ultimo direttivo  nazionale:

“Le conclusioni del Direttivo nazionale dello scorso 17 dicembre” afferma Di Blasi” rivelano le reali intenzioni dei vertici dell’organizzazione circa l’effettiva volontà di contrasto alle politiche neoliberiste del governo (…). L’ordine del giorno conclusivo del Direttivo segnala l’incapacità del gruppo dirigente, di fronte alla drammaticità del contesto economico e politico, di rompere il paradigma culturale della  concertazione e di costruire   - sia pure con  gravissimo ritardo -  una vera opposizione sociale contro le politiche di austerità.

Un vero e proprio suicidio politico” continua il neo iscritto a USB “che archivia definitivamente l’illusione della riformabilità di questa CGIL.

Il risultato del XVI° congresso ha rappresentato la rotturadi ogni argine che potesse provare a contrastare la crisi della CGIL  ed ha aperto la stradaal definitivo abbandono di ogni ambizione di autonomia ed indipendenza,rendendo l’organizzazione subalterna ora alle controparti, ora alla politica, ora alle posizioni di CISL e UIL.“

L’ex segretario della Camera del Lavoro continua ricordando “la sottoscrizione dell’accordo interconfederale del 28 giugno 2011 che sancisce la derogabilità del contratto nazionale e rivendica misure strutturali di detassazione del salario di produttività e degli straordinari e, successivamente, il sostanziale via libera alla legge Fornero sulle pensioni e l’abolizione dell’articolo 18, nella fase in cui azionista di maggioranza del governo Monti era il PD di Bersani o, ancora, la firma di accordi impresentabili come è quello di EXPO 2015con cui si è data dignità  al lavoro volontario (un odioso ossimoro!), all’apprendistato in somministrazione, al demansionamento.“

Come dipendente pubblico denuncia che “mentre si twittavanohashtag alternativi sul blocco dei contratti pubblici e su una riforma della pubblica amministrazione che ha introdotto la mobilità forzata, il demansionamento dei lavoratori e che ha tagliato drasticamente le libertà sindacali (una legge votata in Parlamento da tanti ex sindacalisti della CGIL, compreso Guglielmo Epifani), si sceglieva di provare  a difendere il proprio ruolo solo attraverso un accordo sulla rappresentanza che trasferisce all’intero mondo del lavoro il modello Marchionne. “

Durissimo il giudizio di Delio Di Blasi sulla sua ex organizzazione

Una vera e propria resa, che sancisce la definitiva mutazione genetica della CGIL .”(…..)

Infine la lettera di dimissione inviata anche al presidente del Comitato di Garanzia del Sud Italia, di cui DiBlasi era tutt’ora componente, si sofferma sullo stato della CGIL in Calabria“una gestione disastrosa sia sul versante organizzativo che sul piano politico, se si pensa che in più di due anni non si è riusciti (o non si è voluto) neppure immaginare uno sciopero generale contro le scelte devastanti (sulla sanità, sull’ambiente, sul lavoro, sulla legalità) della giunta Scopelliti.

In questo contesto, evidentemente, non c’è più l’agibilità democratica, né le condizioni politiche per provare a continuare;

e sono queste alcune delle ragioni che, dopo venticinque anni di militanza e con grande rammarico, mi inducono a non rinnovare più, per il 2015, la tessera della CGIL.

Cosenza, 10 gennaio 2015

                                                                                                  Delio Di Blasi