USB: le tragedie famigliari come quella di Catanzaro non avvengono per “virtù dello spirito santo”!!!

Catanzaro -

 

Pensavamo, come USB, di intervenire a “bocce ferme” dopo la tragedia di Catanzaro dove hanno perso la vita tre nostri amici catanzaresi – Saverio, Mattia Carlo e Aldo Pio Corasaniti. Questo per evitare soliti proclami su chi ne sa di più in tragedie del genere.


 
 
Per prima cosa vorremmo solo chiarire che la località Pistoia di Catanzaro, da tutti definita periferia,  non è assolutamente tale ma è nel centro della citta; da nord a sud, da est a ovest è tutta città di Catanzaro e non c’è una periferia ghettizzata, semmai è stata abbandonata spopolata come tutta la città, lasciata all’abbandono culturale assoluto da strutture di assistenza, in questo caso.


Nell’immaginario sociale, le periferie risultano aree lontane del centro delle città, ma il luogo delle tragedia “Pistoia”  è integralmente incastonata nella città,  il problema vero semmai è che tutta la città  è principalmente “periferia”. Potremmo fare l’elenco del degrado in tutti i quartieri, per l’assenza di servizi, opportunità, relazioni con il resto degli altri quartieri mal collegati  per la loro fragilità spaziale, sociale ed economica, mentre da decenni e decenni si sentono i soliti annunci sul come è possibile rigenerarli a partire dalle loro risorse e potenzialità.


Basterebbe su questo argomento, senza spaziare, rivedere quante manifestazioni di USB e dei comitati di quartiere, oltre a quelle note, siano state fatte proprio all’aterp e agli uffici comunali  per le condizioni strutturali  di quel complesso edilizio.


Denunce che vanno dalla criticità delle fondazioni, alle strutture in cemento armato, che non reggono più gli edifici, agli impianti interni quali idraulici ed elettrici.


Della  legge 46/90, in materia di impianti elettrici, all’aterp hanno sicuramente perso il manuale!!


Iniziamo a verificare le inadempienze di chi doveva far vivere le famiglie di località Pistoia  non negli agi ma, almeno, in quel minimo di sicurezza, a cominciare da quell’impianto nella casa della famiglia Corasaniti/Mazzei.

Verifichiamo se fosse a norma, dopo anni di denunce.


Oggi esprimere cordoglio per chi ha dirette responsabilità è cosa facile, ci si libera la coscienza!


Ma nella nostra città non è solo il degrado  dei quartieri l’argomento  principale.

Semmai, è uno dei tanti che, messi insieme, ci pongono ultimi in qualsiasi argomento trattiamo, nel caso della famiglia Corasaniti/Mazzei, la situazione famigliare ed emergenziale  drammatica nella quale vivevano era nota a tutti.

Erano costretti, come tanti in questa città,  a stare chiusi in casa, alle prese con il figlio - persona gravemente non autosufficiente - basandosi solo ed esclusivamente sulla loro esperienza fatta in famiglia!


Saverio e, dietro a lui, l’intero nucleo famigliare tra fratellini e sorelle,  erano totalmente dipendente da altri, incapace lui di compiere le minime azioni quotidiane, affidato completamente alle cure del padre e della madre da anni,  visto che in questa città non è mai stato messo in rete un terzo settore attraverso cui poter dare risposte efficaci alla tantissima gente bisognosa, che non si limitino alle chiacchiere.

Un solo dato potremmo dare come USB: insieme ad altre associazioni di volontariato, nel periodo di lockdown, abbiamo assistito IN PIENA AUTONOMIA e con l’aiuto solo dei cittadini 460 famiglie, ogni giorno per mesi interi.

Oggi, con un caro vita e una speculazione energetica di tale portata, tante associazioni di volontariato chiudono, quindi tante fragilità cittadine non  possono più contare sul supporto di associazioni, operatori e volontari.


Un ultimo dato, riguardante sempre la famiglia Corasaniti/Mazzei, è rappresentato dal fatto che - con cinque figli  di cui uno disabile certificato - per poter ottenere un contributo la burocrazia dall’amministrazione locale richiedeva  mensilmente ai genitori la ricevuta dell’associazione di volontariato che lo portava a scuola: non bastava la disabilità o le condizioni di disagio.

L’amministrazione era così sensibile alla disabilità che aveva bisogno delle “ricevuta” dell’ambulanza per  ogni giorno che Saverio veniva accompagnato a scuola!


USB e Associazione di Volontariato quello della strada, a fianco per sempre a questa  famiglia, come abbiamo sempre fatto in silenzio.
 

 

USB Federazione Provinciale Catanzaro