USB: in tema di precarietà la Regione Calabria predica bene ma razzola male

Reggio Calabria -

La Giunta regionale continua a vantare il suo impegno nel debellare la precarietà nella nostra Calabria e a sollecitare i vari Comuni a stabilizzare il personale ex LSU/LPU, ma sembra non guardare ai suoi, di precari.

USB si associa alla manifesta indignazione di alcuni Consiglieri Regionali e Parlamentari nei riguardi della ormai famigerata delibera di giunta regionale n. 329 del 22-07-2019, “Programma Triennale Fabbisogno di Personale triennio 2019-2021”, la quale, secondo indiscrezioni della stampa a causa di procedure poco chiare, sarà presto oggetto di una interrogazione ai Ministri per gli Affari Regionali e dell’Economia al fine di accertare l’esistenza di eventuali illegittimità nella gestione dei processi assunzionali dei lavoratori precari della Regione Calabria.

In tema di precari, appare quanto mai opportuno evidenziare che presso i dipartimenti della Regione Calabria, a tutt’oggi, prestano servizio una decina di precari ex LSU/LPU, assunti in forza di un contratto a tempo determinato stipulato con la Regione Calabria, in attuazione della L. 147/2013 e del Decreto Interministeriale 08 ottobre 2014.

Gli stessi, dopo oltre 20 anni di precariato, attendono di essere assunti grazie ad una specifica normativa di iniziativa statale contenuta nella legge di bilancio 2018, la quale prevede le selezioni riservate per titoli ed esami dei lavoratori da inquadrare nei profili professionali delle aree o categorie per i quali è richiesto il titolo di studio superiore a quello della scuola dell'obbligo.

A seguito dell’approvazione della delibera n. 329 questi precari si ritrovano inseriti all’interno del medesimo Programma con la categoria contrattuale “B1”, categoria inferiore a quella effettiva assegnata al momento della contrattualizzazione a tempo determinato, ovvero C1 e D1. Questo declassamento rappresenta non solo una mortificazione della professionalità di questi lavoratori, ma è anche un atto illegittimo che viola il principio di immodìficabilità in peius delle mansioni di assegnazione.

È sotto gli occhi di tutti che la Giunta Oliverio con questo atto di macro-organizzazione nell’inquadramento dei precari ex LSU/LPU in cat. B1, abbia voluto, con un colpo di spugna, suggellare la definitiva cancellazione delle qualifiche contrattuali possedute dagli stessi, in spregio al contratto di lavoro ed alla normativa vigente in materia il cui principio fondante è rappresentato, tuttavia, dal superamento del precariato e la valorizzazione dell’esperienze lavorative che così vengono volutamente disconosciute.

Perché questa manifesta incoerenza tra le proposizioni del Presidente Oliverio in tema di contrasto alla precarietà e la gestione di questi lavoratori? Perché “sottrarre un diritto acquisito”, ossia il profilo professionale, ad un lavoratore precario contrattualizzato? Forse per destinarlo a qualcun altro?

Di fronte a questo illogico e contradditorio provvedimento USB invita il Presidente Oliverio a prendere atto, al più presto, di questa assurda e paradossale ingiustizia perpetrata a danno dei precari ex LSU/LPU regionali e a disporre, in tempi brevi, un provvedimento di annullamento della sopraccitata delibera di giunta regionale n. 329, nel rispetto delle regole di correttezza e buona fede ma soprattutto del principio di legalità, sancito dall’art. 97 della Costituzione, che sovraintende sopra ad ogni scelta politica, ancorché quando l’opportunità politica comporti la lesione dei diritti dei lavoratori e in tal caso della valorizzazione delle esperienze lavorative e del relativo profilo professionale.

USB è pronta alla mobilitazione e ad ogni azione utile a salvaguardare i diritti di questi lavoratori.

 

Reggio Calabria, 20 novembre 2019

USB Calabria