Una sanità calabrese militarizzata e terra terra! ma che continua a scavare ancora più sotto!
A distanza di un anno dall’inizio della diffusione del Sars-Cov-2 in Italia, la situazione sanitaria calabrese appare sempre più allarmante.
A novembre dell’anno scorso abbiamo appurato che la nostra regione era ancora del tutto priva di un Piano Covid e le nostre USCA, atte a monitorare i contagi, effettuare i tamponi e assistere in modalità domiciliare i pazienti, erano praticamente inesistenti.
Con l’avvento delle prime dosi di vaccino, la Calabria è ripiombata nel caos e restiamo saldamente negli ultimi posti per somministrazioni effettuate, rendendo inaccessibile il vaccino a quelle categorie che ne avrebbero più bisogno come gli anziani e i soggetti fragili. Ad oggi, infatti, le percentuali di somministrazione delle dosi ricevute sono basse, a ciò aggiungiamo che tipo di somministrazione è stata fatta, come al solito prima gli amici degli amici, da denuncia penale, poi se ce tempo anche la popolazione.
Oltre alle categorie più a rischio, l’enorme ritardo si registra anche nella vaccinazione del personaledocente, che di fatto ha da pochi giorni cominciato a ricevere le prime dosi, mentre altre regioni d’Italia vantano già il 30% dei docenti vaccinati.
Il sistema vaccinale calabrese è in tilt e questo ce lo dimostra la confusione con la quale i vertici preposti all’organizzazione del piano cercano in vano di fornire giustificazioni.
Ridicole pure le prime affermazioni del nuovo commissario nazionale : “ a giorni in Calabria arriverà un ulteriore medico e 4 infermieri, e successivamente nei prossimi giorni altri due medici” e con questa iniziative pensiamo che la Calabria abbia risolto i propri problemi in materia sanitaria!
Non vorremmo essere oltremodo oltraggiosi, in merito agli incarichi in materia di sanità che in questa regione vengono solo MILITARIZZATI , tra soldati, poliziotti, carabinieri e prefetti, oltre a questo NON riusciamo ad andare, - ne tanto meno capiamo dopo la parata del “pluridecorato” commissario Figliolo, dove questi abbia visto che il piano vaccinale è in linea con le altre regioni”!! probabilmente come è consuetudine calabrese, lo hanno “infinocchiato” con numeri e percentuali che possono solo essere giocate alla cabala!!
Per il momento come USB che vive il territorio tra i lavoratori ed i cittadini, registriamo che i vaccini tardano ad arrivare, le tanto decantate hub che dovevano essere individuate NON esistono , ne è prova quanto succede a Catanzaro, ma le altre provincie non sono di meno, dove un anziano per vaccinarsi viene rimandato di almeno un mese e soprattutto deve recarsi nelle periferie oltre 50 KM; -trovare chi è disponibile ad accompagnarlo e soprattutto prendersi la responsabilità prima e dopo il vaccino : tutto a carico nostro!
Forse su una sua dichiarazione gli possiamo dare ragione : “Abbiamo intenzione di mettere a posto mattone su mattone la situazione delle Asp e delle aziende ospedaliere che in pratica partivano da zero” Si commissario Figliolo, partiamo sempre da zero, ma noi in Calabria siamo capaci di scendere pure al di sotto dello zero – infatti, la informiamo che i grandi e vari commissari dell’area catanzarese hanno varato un piano di reingegnerizzazione – detta cosi potremmo capire di un colossale e grandioso, intervento ingegneristico! Invece ci troviamo ad affrontare l’ennesima emergenza sanitaria che ridefinisce la rete del soccorso territoriale, ridistribuendo il numero delle postazioni di emergenza territoriale comprendendo anche le province oltre a Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia.
Per sintetizzare, questo incredibile piano di elevato studio ingegneristico – immaginiamo lo sforzo fatto ! - prevede che i mezzi di soccorso avanzati ( ambulanze ) VENGANO RIDOTTI da 14 a 10 diminuendo quelle attività di soccorso urgente con autolettiga di rianimazione e medico a bordo, che poteva intervenire immediatamente nelle periferie, in compenso hanno acquistato quattro vetture che verranno dislocate presso gli ospedali!
Ci limitiamo a non aggiungere nulla!
La realtà dei fatti è che non esistono scusanti per quello che migliaia di calabresi subiscono ogni giorno.
La disorganizzazione della distribuzione dei vaccini è soltanto la punta dell’iceberg di un sistema sanitario regionale che appare in modo evidente sempre più incapace di rispondere alle esigenze delle persone.
La chiusura o il depotenziamento di 18 presidi ospedalieri e il blocco del turnover continuano a manifestare conseguenze drammatiche, specialmente nei territori più isolati e periferici della regione.
Il servizio di pronto-soccorso come la rete oncologica regionale, sono fra i più allarmanti esempi di incapacità della struttura commissariale di garantire i livelli essenziali di assistenza.
Le assunzioni promesse, d’altronde, non sono mai avvenute, se non in forma di timide concessioni a giovani professionisti assunti con contratti da fame, destinati ad essere sfruttati all’interno delle tante falle che il Piano di Rientro ha creato. L’aumento dei posti letto è un’altra promessa mai mantenuta e l’evidenza è che con poche centinaia di contagi al giorno, oggi, per dare il senso della drammaticità l’Ospedale di Cosenza non ha più posti disponibili e i pazienti vengono trasferiti fuori provincia.
La nomina del nuovo Commissario ad Acta ha rappresentato l’ennesima dimostrazione di come la struttura commissariale, seppur con attori diversi, non sia in grado di risolvere problematiche urgenti, né di gestire le questioni pregresse. Da Roma, il caso sanitario calabrese, continua ad essere trattato soltanto dal punto di vista mediatico, senza attivare soluzioni strutturali atte a garantire diritti fondamentali negati da decenni.
Il debito sanitario continua ad essere pagato solo ed esclusivamente dai calabresi, già messi in ginocchio da una crisi economica che nel nostro territorio pesa doppiamente e nessuno sembra volersene assumere la responsabilità.
Continueremo a lottare a fianco dei lavoratori e delle lavoratrici che pretendono diritti e tutele, continueremo a schierarci dalla parte di chi non vuole più accettare una gestione della cosa pubblica clientelare e a servizio degli interessi di pochi.
USB –f.to jiritano