Tirocinanti Calabria: il grande bluff dei pagamenti a cadenza mensile
Oltre al danno di essere nell’oblio, visto che a parole dell’Assessore Calabrese non vi sarà certezza sia di ulteriori tirocini e sia senza alcun contratto verso la stabilizzazione nella pubblica amministrazione, anche la beffa di esser costretti ad elemosinare la propria indennità salariale a chicchessia.
Per l’ennesima volta, come USB Fed. del Sociale, siamo costretti a segnalare ritardi nei pagamenti in molti Comuni calabresi. Una situazione ai limiti del paradossale, ad esempio, quella che stanno vivendo i tirocinanti di inclusione sociale in forza presso i comuni del Tirreno cosentino come Scalea, Diamante, Belvedere, Cetraro, Fuscaldo, Paola, Amantea, etc., che fanno capo al Centro per l'impiego di Paola. Una situazione insomma indecorosa ed inaccettabile che sta gettando nello sconforto più totale molte famiglie che hanno come unica fonte di reddito proprio tale indennità e che si vedono costrette, in taluni casi, a rinunziare alle cure della salute ed ai bisogni essenziali.
A causare tali ritardi, che per alcuni comuni sono dell'ordine delle tre mensilità, è un sistema organizzativo macchinoso con una serie di "operazioni burocratiche" che puntualmente si inceppano dilatando i tempi di pagamento.
I comuni, in alcuni casi in particolare proprio i tirocinanti altrimenti ancora più ritardo, al termine di ciascun mese provvedono a trasmettere la rendicontazione delle presenze dei tirocinanti al Centro per l’Impiego di Paola. A sua volta, dopo aver fatto le verifiche di competenza le inoltra alla Regione Calabria e successivamente le pratiche vengono poi trasmesse all'INPS regionale che a sua volta le smista ai vari uffici INPS territoriali, che infine provvedono all'emissione dei mandati di pagamento. Dall'emissione dei mandati i tirocinanti devono poi attendere ulteriori dieci giorni prima di poter introitare gli stipendi.
Una procedura insomma complessa e tortuosa che accumula spesso ritardi e che finisce per trasformarsi in una vera e propria corsa ad ostacoli a solo danno dei tirocinanti, i quali, nonostante il grave disagio, stanno garantendo appieno lo svolgimento della loro attività. Non è dato sapere ovviamente se a generare tale situazione sia l'inefficienza o la disorganizzazione di qualche ufficio che interviene nel ciclo di lavorazione delle pratiche o se oggettivamente sia la procedura stessa che debba essere rivista.
La situazione dei tirocinanti (TIS) calabresi continua ad essere estremamente preoccupante e non si intravedono vie di uscita positive. La cosa certa è la negazione puntuale del diritto al pagamento delle indennità che si aggiunge, ricordiamo che la Regione Calabria ha investito quest’anno ulteriori 100 mila euro che si aggiungono ad altrettanti 100 per far sì che i pagamenti non fossero più bimestrali ma mensili, l'amarezza di essere trattati come al solito da "cittadini di serie B" ma con 100mila euro in meno che potevano essere investiti per la loro contrattualizzazione. A questo punto l’unica puntualità è il triste e sistematico ritardo che si accumula ad ogni passaggio.
Se il futuro fosse oggi, ci viene anche da pensare, le indennità di 631 euro per gli over 60 dello scivolamento pensionistico avrebbero ritardi così drammatici? E quanto ci guadagna ancora l’INPS? Qualcuno comodo ancora oggi non ha capito che molte famiglie campano con le misere 700 euro senza diritti e dignità, in più grava questo?
Chiediamo alla Regione Calabria delucidazioni nei passaggi che portano al pagamento del tirocinante e alle tempistiche che gli enti coinvolti devono rispettare. Ovviamente se vale la pena spendere 100mila euro in più all’ INPS se il pagamento mensile è più tardivo di quando l’indennità veniva pagata ogni 2 mesi.
ERA MEGLIO QUANDO SI STAVA PEGGIO!