Solidarietà a Mimmo Lucano, colpito da una sentenza da regime
È una sentenza clamorosa quella che si abbatte su Mimmo Lucano ed è una notizia che accogliamo con sconcerto e rabbia. Una giustizia a senso unico con un chiaro indirizzo politico contro chi si è schierato dalla parte degli ultimi ed ha deciso di utilizzare il proprio ruolo di amministratore per provare a forzare le norme con l’obiettivo di favorire l’accoglienza e l’integrazione.
La condanna a 13 anni e 2 mesi, il doppio di quanto chiesto in aula dall’accusa, rappresenta un’azione intimidatoria contro qualsiasi altro amministratore che intendesse in futuro utilizzare il proprio ruolo provando a sfuggire alla rigorosità delle norme. Ormai esiste un sistema così vincolante, a cominciare dal dogma della parità di bilancio, che rende le giunte degli enti locali esecutori passivi di dinamiche che non possono né influenzare né modificare.
Mimmo Lucano ha provato nella sua esperienza di Riace a realizzare una comunità fondata sui valori della solidarietà e per farlo ha agito sempre cercando di anteporre la giustizia sostanziale a quella puramente formale.
Colpendo lui si vuole colpire la possibilità di utilizzare le istituzioni locali fuori dalle regole restrittive che dall’Unione Europea arrivano giù, fino al più piccolo ente amministrato dal pubblico.
Una sentenza da regime, in un’Italia dove “democratici” e razzisti condividono serenamente il governo, inaccettabile. Una sentenza pronunciata il giorno dopo che la Questura di Cosenza ha chiesto la sorveglianza speciale per Francesco Azzinnaro, attivista USB impegnato nelle lotte sociali dei precari e per la casa.
L’Unione Sindacale di Base invia la più profonda solidarietà a Mimmo. Serve una grande risposta di massa per ricacciare indietro questi segnali sempre più inquietanti.
Unione Sindacale di Base