SMANTELLAMENTO DELLA SANITA' E ATTACCHI AI LAVORATORI

Infermiera aggredita per le lunghe attese al Pronto soccorso

Lamezia Terme -

Al pronto soccorso dell’ospedale di Lamezia Terme un paziente, esasperato dalla lunga attesa, si è rivoltato contro un’infermiera.

Quello che è successo a Lamezia e che può succedere in qualsiasi ospedale italiano (e che fa il paio con le chiusure dei vari reparti dell’ospedale della città) è la diretta conseguenza dell’azione dei vari governi che, attraverso la spending review, stanno operando dei tagli vitali nei servizi ai cittadini, compreso quello sanitario.

Poco personale, criticità aumentata ovviamente dal periodo di ferie estive, con soli 2 medici e quattro infermieri a gestire le emergenze di un’area di quasi 200 mila abitanti, portano i pazienti (giustamente poco pazienti) a prendersela con i pochi lavoratori e con i medici che sono presenti sul posto di lavoro, anziché prendersela con chi opera questi tagli e con chi ha coperto queste operazioni attraverso una complicità vergognosa.

Giova ricordare, infatti, che nell’accordo sul pubblico impiego del maggio del 2012, sottoscritto dal governo con Cgil, Cisl e Uil, la spending review viene definita, non come un attacco ai diritti dei cittadini ed una spoliazione di quei servizi essenziali, quale è, bensì viene definita da questi sindacati come “una opportunità per modernizzare la pubblica amministrazione”: bene questi sono i risultati, azzeramento dei servizi essenziali!

La USB è stata l’unica organizzazione sindacale a rifiutarsi di firmare quell’accordo!

A nessuno piace aspettare, tanto meno nella sala d’attesa di un pronto soccorso, però è evidente che ciò che è successo all’ospedale di Lamezia è semplicemente la conseguenza dell’accettazione passiva, da parte di tutti noi cittadini e dei lavoratori, di quei tagli proposti dalla spending review, che stanno eliminando lo stato sociale, che stanno riducendo i servizi essenziali, che stanno colpendo tutti gli uffici pubblici, che stanno spogliando le scuole e che stanno smantellando, come dimostra quanto successo a Lamezia, la sanità.

Chiediamo, quindi, ai cittadini di non rivolgere le proprie comprensibili frustrazioni verso chi lavora e verso chi si sobbarca carichi aggiuntivi a causa dei tagli, bensì di farlo, tutti insieme, ribellandoci contro chi ha prodotto questi risultati e contro chi, con la loro complicità, li ha avallati.

Ai lavoratori, invece, chiediamo di aprire gli occhi e di interrogarsi sul ruolo dei sindacati complici e concertativi e sulle conseguenze delle loro scelte.