Sekine Traore, il tribunale di Palmi dice sì alla citazione del ministero della Difesa come responsabile civile dell’uccisione del bracciante maliano
Si è tenuta venerdì presso il Tribunale di Palmi la seconda udienza del processo per la morte di Sekine Traore, il bracciante maliano di 27 anni ucciso l'8 giugno 2016 nella tendopoli di San Ferdinando da un colpo di pistola sparato da un carabiniere.
Il Tribunale in composizione monocratica ha sciolto la riserva sulle richieste di costituzione delle parti civili avanzate nell’udienza del 10 luglio, ammettendo la costituzione del fratello e della sorella di Sekine e rigettando la richiesta, avanzata dalla difesa dell'imputato, di esclusione di ACAD - Associazione contro gli Abusi in Divisa Onlus - , già ammessa all'udienza preliminare.
Dichiarata inammissibile invece la richiesta di costituzione di parte civile avanzata da un cugino di Sekine, il parente più stretto che vive in Italia, per il quale il giudice non ha riconosciuto la legittimazione all'azione civile quale danneggiato dal reato.
Il giudice ha inoltre accolto la richiesta di citazione del Ministero della Difesa in qualità di responsabile civile avanzata dalle parti civili ed ha rinviato all'udienza del 12.02.2021 per le richieste istruttorie e l'esame dei primi due testi dell'accusa.
Continueremo il nostro impegno per fare piena luce sull'ennesima morte nelle nostre campagne e per cercare giustizia per Sekine Traore.
Coordinamento Lavoro Agricolo USB
Acad - Associazione Contro gli Abusi in Divisa Onlus