Rassegna Stampa Il Quotidiano

21.03.07

Cosenza -

21 marzo 2007

Paola. Oggi un sit-in al Palazzo di giustizia di Giacontesi

I lavoratori del tribunale chiedono più rispetto

 

PAOLA - I lavoratori della giustizia continuano la loro protesta. Stamattina, per intanto, terranno un presidio all'ingresso del Palazzo di Giustizia di rione Giacontesi. I motivi della protesta sono elencati in un volantino distribuito anche alla stampa.

E così si inizia dalla «reale progressione di carriera non sottoposta a condizioni» alla «difesa della dignità sul posto di lavoro». Passando attraverso «la salvaguardia della funzione sociale della Pubblica Amministrazione, il riconoscimento della professionalità acquisita, l'aumento delle dotazioni organiche proporzionate ai carichi di lavoro, l'adeguamento dei mezzi, delle risorse, delle strutture e la messa in sicurezza delle stesse, una riforma della giustizia adeguata alle esigenze del paese e dei cittadini».

La manifestazione di protesta si svolge anche per controbattere «il tentativo di criminalizzazione della categoria, il progetto di smantellamento della pubblica amministrazione, il tentativo di privatizzare la giustizia, le riforme a costo zero, le condizioni di lavoro da terzo mondo, l'estensione del lavoro precario».

Nel comunicato le rappresentanze di base ed il lavoratori spiegano anche che «di fronte al degrado delle condizioni di lavoro in cui sono costretti ad operare ed il lento dissolvimento del servizio giustizia, ritengono inaccettabili le soluzioni offerte dall'amministrazione. Il Ministero ha dimostrato di ignorare completamente il grido di allarme dei lavoratori i quali chiedono strumenti, personale e risorse adeguate per poter garantire al cittadino un servizio giustizia adeguato ad un paese civile.Nessun dipendente giudiziario è, ormai, più disponibile ad essere bersaglio di vessazioni, umiliazioni e offese da parte dell'utenza e dei mass-media ed additato del cattivo funzionamento del servizio».

E per restare a Paola i lavoratori precisano che «l'aggravarsi delle condizioni di lavoro, le pesanti carenze di strumenti e di personale e qualche inevitabile disfunzione, ha purtroppo dato luogo ad un cinico sciopero di dieci giorni da parte del Consiglio forense che non ha migliorato la situazione. Anzi, quel tipo di protesta è stato visto e percepito dall'opinione pubblica come un'azione di protesta contro i dipendenti degli uffici giudiziari, già pesantemente additati come "fannulloni" da stampa e media nazionali. Un'operazione per nascondere lo smaltellamento della Pubblica Amministrazione e privatizzare il servizio pubblico». Della manifestazione sono stati informati il dirigente del Tribunale ordinario di Paola, il Procuratore della Repubblica ed il Giudice di pace coordinatore di Paola.