Rassegna stampa Il Domani

Il Domani 30 ottobre 2006

Lamezia Terme -

E la RdB-Cub propone

uno sciopero generale

I rappresentanti del sindacato, sollecitano il sindaco Speranza

 

 

Un altro secco no alla mafia arriva dalla Federazione delle RdB/Cub, che chiede al sindaco di farsi carico di indire, in tempi brevi, “assieme alle RdB, alle forze politiche, alle associazioni presenti sul territorio e alle altre organizzazioni sindacali, uno SCIOPERO GENERALE di due ore, che fermi la città dalle 8 alle 10 e faccia scendere in piazza tutti i cittadini per gridare insieme il nostro no alla mafia e a chi calpesta questa città. A Lamezia – prosegue Luciano Vasta - dopo due giorni tutto già appariva come sempre, come giornata normale, tranne che per quel filo di fumo in lontananza, un fumo denso e tossico.Il traffico caotico, le scuole piene, come tutti i giorni. Se non fosse stato per quel filo di fumo...

Anche i ragazzi ai bar e sulle moto facevano casino come al solito, mentre i supermercati erano, come d’abitudine, presi d’assalto da donne e uomini che riempiono carrelli quasi a voler colmare una fame atavica. Tutto tranquillo, insomma, tutto normale, tutto, tranne quel filo di fumo e quella puzza insopportabile. A Lamezia da due giorni quel filo di fumo serviva a non farci dimenticare che le cose non sono affatto tranquille e normali, ma che viviamo in una zona che qualcuno, qualcuno che di queste cose ne capisce, ha paragonato a Beirut, la città martoriata dalle bombe.Un’azienda distrutta, quattro famiglie che, hanno rischiato di morire e che sono state buttate drammaticamente sulla strada, un bimbo in ospedale. Sembrava davvero di aver toccato il fondo: da molto tempo pensiamo di aver toccato il fondo, ma pare davvero che al peggio non ci sia mai fine.

 

E infatti due sere dopo, malgrado la città fosse piena di forze dell’ordine e proprio mentre era in corso un consiglio  comunale straordinario su quell’attentato, ci sono stati altri due giovani uccisi.

E' da tempo che Lamezia è ormai una città allo sbando, in mano alla malavita e alla criminalità organizzata, ma la cosa peggiore, forse, è che i cittadini sembra che si siano adagiati su questa orribile realtà come fosse ineluttabile, assistendo inerti a questo degrado continuo e trovando la forza di reagire in modo scomposto solo di fronte a trasmissioni come “Anno zero” che fotografano con occhio distaccato quello che noi ci ostiniamo a non vedere. Ma come possiamo restare passivi di fronte alla convivenza con questo terribile cancro che, sempre più impunemente, si presenta in tutta la sua forza e, alla luce del sole, spara e uccide in zone centrali, dove è tranquillamente possibile che noi o peggio ancora i nostri figli, possano trovarsi?

Come potrà mai risollevarsi la nostra città, se uno che apre una qualsiasi attività sa già che c’è un prezzo da dover pagare per una presunta tranquillità? Come possiamo accettare che la nostra dignità di persone civili venga così barbaramente calpestata? Tutti ora chiedono un intervento forte dello Stato. Anche noi pensiamo che una risposta forte da parte delle Istituzioni, a partire dal Governo centrale, ci debba essere, ma riteniamo anche che questa risposta non possa e non debba consistere nella militarizzazione del territorio: abbiamo già avuto modo di sperimentarlo, non serve a molto. Quello di cui Lamezia ha veramente bisogno è di una squadra di polizia investigativa all’altezza della situazione e di magistrati che, per numero e qualità, possa affrontare queste emergenze, sulla scia delle esperienze palermitane del pool antimafia di Falcone e Borsellino. In un posto “normale”, diverso da qui, episodi come quello dell’incendio e, ancor di più, dopo gli omicidi, avrebbero portato spontaneamente centinaia, forse migliaia di persone a sfilare per le vie, gridando contro la mafia e contro chi vuole che una città, quella in cui viviamo, possa essere paragonata a Beirut. Da noi, invece, fino a questa mattina, il nulla.           

Abbiamo aderito volentieri , alla manifestazione di sabato, singolarmente come ci è stato richiesto e non come sindacato, però ora è arrivato il momento che tutti quanti, tutti insieme diciamo basta!

Pertanto – conclude Luciano Vasta -  invitiamo tutti quanti a partecipare numerosi ad ogni manifestazione che si svolga in città, in risposta al degrado in cui vorrebbero farci vivere. Quello di cui Lamezia ha veramente bisogno è che i cittadini tutti trovino la forza di alzare la testa e di recuperare l’orgoglio di appartenere a questa comunità”.

                                                                      

r.l.