Rassegna Stampa
SANITA’. Le Rappresentanze sindacali di base: vengano valorizzate le professionalità interne
“No all’esternalizzazione dei servizi”
Lamezia Terme.
“Dovremmo essere abituati, nella nostra ormai lunga esperienza sindacale, ad essere attaccati nei modi più impensati a tutti i livelli, per le denunce che portiamo avanti, eppure non possiamo fare a meno ogni volta di meravigliarci quando vengono tirate in ballo argomentazioni come quelle fatte da rappresentanti della ex Asl di Lamezia sulle pagine di alcuni quotidiani nei giorni scorsi”. E’ quanto si legge in una nota delle Rappresentanze sindacali di base in relazione ai criteri organizzativi dell’assistenza domiciliare. Ecco cosa succede: le RdB – prosegue la nota - evidenziano le affermazioni contradditorie rese in momenti diversi dal dirigente di un servizio? Ed ecco che vengono accusate (quasi insultate, diremmo) di dare opinioni arbitrarie; le RdB chiedono, più generalmente, che i servizi non vengano esternalizzati, ma che, al contrario, vengano utilizzate e valorizzate le professionalità interne? E subito vengono accusate di non leggere gli atti. Insomma si insulta, si danno risposte fumose, ma si evita accuratamente di entrare fino in fondo nel merito degli argomenti. Ma è così difficile rispondere punto punto alle cose che diciamo? L’assistenza domiciliare – continuano le RdB - solo uno degli aspetti che abbiamo tirato in ballo, visto che le RdB/Cub rivendicano un ruolo pubblico della sanità, contro il ricorso a strutture esterne e lo svilimento di quelle interne; però visto il grossolano attacco subito, ci corre l’obbligo replicare brevemente ad alcune affermazioni rese alla stampa nei giorni scorsi da rappresentanti della ex Asl. Il responsabile del servizio sull’assistenza domiciliare (a proposito, vorremmo rassicurarlo sul fatto che, non solo leggiamo gli atti, ma che è proprio dalla lettura degli stessi che sono sorte le nostre preoccupazioni) ha affermato che prima della esternalizzazione non esisteva un puntuale reporting (finalmente abbiamo capito a cosa servono i corsi di formazione per dirigenti, per poter utilizzare questi paroloni) nella precedente gestione dell’assistenza domiciliare: ovviamente ciò non è vero, come ci ha confermato anche il precedente responsabile del servizio, il quale ha evidenziato che esistono agli atti della Direzione Generale, relazioni annuali dove venivano riportati il numero delle prestazioni, le tipologie, le terapie effettuate.
Inoltre, i vantati numeri (prestazioni) che il dirigente del servizio ha ipotizzato di effettuare a fine anno, meritano una ulteriore riflessione, perché mentre quelli dello scorso anno si riferivano alle sole prestazioni sanitarie, dal momento che i dati delle riabilitazione erano tenuti da altre strutture, nelle previsioni di quest’anno, a noi risulta che siano state inserite entrambe le prestazioni. E non è tutto. I risultati dello scorso anno sono stati realizzati con 1 solo medico, 2 infermieri, 1 assistente sociale e gli infermieri professionali chiamati a prestazione. L’attuale struttura è, invece, composta da 4 medici (2 Fisiatri, 1 ortopedico, 1 Geriatra), da 2 infermieri, da 1 assistente sociale, dagli infermieri professionali chiamati a prestazioni e in aggiunta dalla struttura esterna che ha avuto in appalto il servizio. In una banale analisi costi-benefici, non c’è da vantarsi molto per i risultati che si ipotizza di raggiungere. In tutti i casi – prosegue la nota - a noi non interessa e non può interessare, ovviamente la polemica sterile, soprattutto se portata a questo livello, ciò che interessa a RdB è: che la sanità a Lamezia e in Calabria funzioni meglio, molto meglio di quanto abbia funzionato sinora; che i cittadini abbiano la certezza di poter contare su strutture accoglienti e capaci di fornire quelle garanzie di servizi che troppo spesso devono ricercare in ospedali del nord; che il personale medico e paramedico sia messo nelle condizioni di poter esprimere al meglio le proprie professionalità, troppo spesso mortificate da scelte di politica aziendale tese ad eliminare risorse necessarie e ad attuare privilegi ingiustificati. Le risposte della Regione – sostengono dal sindacato - non vanno certo in questa direzione con lo sbilanciamento creato dalle AS provinciali e con un piano sanitario regionale che non ci convince. Tutto il resto sono polemiche che, come detto, non ci interessano. D’altro canto giudichino i pazienti ed i cittadini tutti se quelle di RdB/Cub sono opinioni arbitrarie o, invece, tragiche fotografie della nostra realtà. A noi questa realtà non piace e le RdB lotteranno per cambiarla.