Lettera aperta al Prefetto di Reggio Calabria

 

All'indomani dell'arresto del vice Prefetto, USB scrive una lettera aperta al Prefetto di Reggio Calabria che si era indignato per un nostro comunicato sugli sfratti di Bagnara.

Reggio Calabria -

 

Lettera aperta al Prefetto di Reggio Calabria

 

Sig. Prefetto,

le scriviamo facendo seguito alla sua risentita indignazione per un errore sul comunicato stampa della USB regionale, in merito agli sfratti di Bagnara; la stessa sera della pubblicazione del comunicato, siamo stati tempestati di chiamate sul telefonino, da parte della prefettura, a dispetto dell’ora tarda; successivamente abbiamo anche ricevuto una secca richiesta di smentita da parte dell’Avvocatura (a noi gli avvocati costano, mentre lei li ha a disposizione), malgrado avessimo già tempestivamente rettificato l’errore in un secondo comunicato

Tutto questo perché nel comunicato era stato erroneamente digitato Prefetto, anziché vice Prefetto e già Commissario Prefettizio del Comune di Bagnara. Era stato quest’ultimo, infatti, ad aver pronunciato la sconcertante frase agli sfrattati – “andate in mezzo alle strade con i bambini, perché ci sono tanti bambini che vivono in mezzo la strada”!!!

Come abbiamo già avuto modo di dirle, ci meraviglia fortemente che lei abbia ritenuto di indignarsi per un errore, ma non abbia avuto nulla da ridire né sulle famiglie buttate in mezzo alla strada, né sulla inqualificabile frase pronunciata dal Vice Prefetto.

In questi giorni abbiamo tutti letto sugli organi di stampa che questo personaggio, Antonino Contarino, è stato arrestato con l’accusa di violenza sessuale e tentata concussione nei confronti di tre donne proprio quando era commissario al Comune di Bagnara.

A quanto abbiamo appreso da persone del luogo, ci risulta che il “vizietto” del Vice Prefetto fosse notorio e, cosa più aberrante, che la violenza poggiava sul bisogno della povera gente, approfittando della vulnerabilità e della fragilità di chi è in gravi difficoltà, per esercitare in modo abominevole il suo potere nei confronti del sesso più debole, umiliando le donne costrette dalla necessità.

Alla luce dei fatti ci viene da chiedere se sia casuale che lei abbia inteso polemizzare così prontamente ed insistentemente con noi per un banale errore, o se non fosse, invece, un modo per distogliere l’attenzione dalle accuse da noi lanciate contro il suo collaboratore.

Se questo era lo scopo, il tentativo di mettere il bavaglio alla USB Calabria, non è andato a buon fine: la USB non arretra di un metro di fronte alle battaglie per i diritti negati e contro le vessazioni subite, né smette di indignarsi per comportamenti disgustosi posti in essere da personaggi di rilievo.

Quindi, sig. Prefetto, noi continueremo ad andare avanti e a denunciare tutte le storture del sistema, ponendoci al fianco dei tanti a cui non viene data voce ed a cui vengono negati diritti.