Lamezia: ombre sulla sanità
Lamezia: ombre sulla sanità
Riflessioni del Sindacato di base RdB/CUB sullo stato del Distretto Sanitario
PREOCCUPANTI OMBRE SULLA SANITA’ LAMETINA
Appello alla Direzione Generale dell’ASP di Catanzaro
All’indomani del colpo di mano con il quale è stata cancellata l’ASL di Lamezia, hanno cercato di convincerci della bontà della decisione e dei vantaggi conseguenti. Ma nutriamo forti dubbi sull’argomento.
Fino a quando la Sanità resta in mano alla politica ed a dirigenti responsabili da essa stessa nominati, si continuerà a rimanere in balia degli umori di una forza monolitica, in cui i personaggi nominati devono gratitudine ed obbedienza alla forza politica di turno. Noi siamo e restiamo invece convinti che la gestione della sanità debba essere lasciata in mano ai soli dirigenti interni e che deve esserci una unica Azienda Sanitaria Regionale che impartisca solo indirizzi ed obiettivi.
La situazione attuale, invece, vede languire i due presidi ospedalieri di Lamezia e Soveria Mannelli, ma non è assolutamente migliore la situazione del Distretto Sanitario di Lamezia, struttura che costituisce il primo livello di assistenza della popolazione. Già da tempo, in questa struttura, molti ambulatori specialistici, con il complice silenzio degli altri sindacati e di direttori, grati e obbedienti a chi li ha nominati, erano stati trasferiti dalla sede del Distretto di Lamezia, nei locali dell’Ospedale, notoriamente mal collegato dal servizio di trasporto pubblico, lasciando nel Distretto ormai solo pochi ambulatori, peraltro con scarsissime attrezzature.
Non solo, ma il budget assegnato dai Direttori Generali all’assistenza distrettuale, che per legge deve essere non inferiore 51% dell’intero bilancio aziendale, non sempre è stato assegnato, e quando lo si è fatto, il suo importo è stato di molto inferiore a quella percentuale, con l’ovvia acquiescenza dei vari direttori di Distretto che si sono susseguiti nel tempo. A chi e per cosa sono serviti i soldi del Distretto? Non sarebbe stato più utile tagliare i fondi per consulenze ingiustificate ed inutili esternalizzazioni, senza toccare quelli destinati all’assistenza dei cittadini?
Il problema principale dell’unificazione delle ASL, comunque, riguarda il trattamento economico dei dipendenti. Fino all’accorpamento, ciascuna della due ASL di Catanzaro e Lamezia aveva applicato i contratti di lavoro in tempi e modi diversi. Adesso, invece, i lavoratori si trovano inglobati nella stessa Azienda ma con retribuzioni fortemente differenziate. E’ possibile che colleghi con pari carriera godano di diverso trattamento economico? E’ possibile che i sindacati, che dovrebbero tutelare tutti i lavoratori, queste cose le tacciano?
Eppure questo aspetto, così come quello dei diversi criteri di erogazione dei buoni mensa, che i lavoratori di Lamezia non stanno più percependo, avrebbe dovuto essere messo in risalto ancor prima di iniziare l’iter dell’accorpamento, ma sul tema non abbiamo sentito spendere una sola parola né dai politici, né dai sindacati confederali. Una perequazione tra i dipendenti della stessa Azienda Sanitaria non solo è opportuna, ma secondo noi è doverosa e imprescindibile. Così come è imprescindibile porre un limite ai servizi esternalizzati e alle consulenze esterne, mentre vengono mortificate le competenze dei tanti medici, infermieri e impiegati dell’Azienda.
La RdB rivolge quindi un appello alla Direzione Generale dell’ASP di Catanzaro per il potenziamento del Distretto, per il ritorno degli ambulatori specialistici al centro della città, per l’assegnazione al Distretto delle risorse nella misura dovuta, per la perequazione del trattamento economico dei lavoratori, e per una riorganizzazione funzionale ed omogenea di tutti i distretti dell’ASP.
Federazione Territoriale Sanità