La USB Scuola Calabria contro la guerra!
USB SCUOLA CALABRIA, CONTRO LA GUERRA
Dovremmo esserci abituati, perché oramai vengono abitualmente definite “guerre umanitarie”; ma l’ossimoro diventa davvero insostenibile in questi casi, perché guerra significa armi, bombardamenti, violenze, eccidi, mentre umanitario ha un significato diametralmente opposto.
Come docenti della USB Scuola Calabria, impegnati a trasmettere valori di cultura e di tolleranza, ci sentiamo indignati da questa definizione, che pure è stata usata per tutte le guerre scoppiate da quando, caduto il muro di Berlino, nel mondo avrebbe dovuto regnare la pace; è successo in Kosovo, nella Serbia di Milošević, nell'Afganistan di Bin Laden, nell'Iraq di Saddam Hussein.
Ora sta succedendo in Libia con Gheddafi.
Cambia la location, cambiano i protagonisti, ma le motivazioni rimangono sempre le stesse: “esportare la democrazia” con gli strumenti della forza e dei cannoni.
Argomenti “forti e convincenti”, non c’è che dire, anche se ovviamente troppo spesso sono donne, bambini e civili in genere a rimetterci, lasciando in eredità alla fine, solo l’ingrato compito della conta dei morti e di un popolo distrutto, disorientato, impoverito di risorse, umane e non.
La democrazia si esporta, però, solo verso quei Paesi che possono assicurare dei puntuali ritorni economici, quale è il petrolio; infatti, a nessuno interessano le stragi compiute da molti anni nei territori occupati della striscia di Gaza, così come nessuno si è interessato negli anni scorsi agli eccidi compiuti nel Darfur in Sudan, con una intera popolazione trucidata.
Il nostro governo poi, al di là dei voltafaccia che lo hanno fatto passare dal baciamo al dittatore, alla dichiarazione di guerra nel giro di pochi mesi, ha deciso, per non rimanere escluso dal giro di affari che c’è intorno a questa guerra, di appoggiare l’invasione arbitraria di uno Stato sovrano promossa dal solito trio francese-anglo-americano.
Una guerra la cui decisione è passata, come sempre, sulla testa degli italiani, ma che ha trovato un consenso bipartisan con la definizione, comoda per tutti, governo ed opposizione, di missione umanitaria, laddove, in realtà rimane solo una operazione militare a tutti gli effetti, una guerra, cioè che produce distruzione e morti.
Come soggetti della scuola ci sentiamo, poi, ulteriormente beffati da un governo che taglia miliardi all'istruzione, per dirottarli su operazioni militari. Infatti, i costi di una guerra sono elevatissimi: per una campagna di sei mesi, il costo potrebbe essere intorno agli 8 miliardi, esattamente quelli sottratti all' istruzione quest'anno.
Per non parlare, anche, che questo Governo lo scorso anno per l’acquisto di 135 aerei caccia bombardieri ha destinato addirittura 15 miliardi di euro, mentre si chiudono le scuole e si tagliano posti di lavoro: niente male per uno Stato che nella sua Costituzione “favorisce la cultura” e “ripudia la guerra”!.
USB Scuola Calabria, manifesta, quindi, ancora una volta una forte opposizione alla cultura della guerra come strumento di soluzione dei conflitti sociali.
Come insegnanti, poi, ci sentiamo sempre di più impegnati a fornire ai nostri studenti dei valori che educhino, invece, alla pace, al rispetto dei popoli, al ripudio della guerra.
USB Scuola Calabria