LA STORIA SI RIPETE

Cosenza -

 

 

 

 

L’incidente ferroviario avvenuto tra le stazioni di Gimigliano e Madonna di Porto sulla tratta Cosenza Catanzaro gestita dalla società Ferrovie della Calabria, ripropone la questione della sicurezza su una tratta a binario unico.

Non è accettabile che una in una regione dove si verificano incidenti simili e dove si sfiorano tragedie irreparabili, si riesca a spendere appena solo il 33% delle risorse comunitarie ovvero si danno indirizzi politici alla progettazione e costruzione solo di metropolitane urbane insostenibili economicamente, mentre l’unico corridoio interno ferroviario ha giusto le risorse per la manutenzione ordinaria.

Ma la verità è un’altra, questo patrimonio di immensa bellezza e dalla storia centenaria che ha segnato la crescita di un territorio da sempre dalla politica abbandonato a se stesso, meta di sfruttamento illegale e spazzatura dei veleni dell’Europa e adesso mondiale, è stato abbandonato a se stesso da un governo centrale che utilizzato la spending review si è scagliato come uno strozzino su un’azienda in difficoltà economica.

Una difficoltà nata dalle passate gestioni governative concluse con quella di Ferrovie dello Stato, in combutta con gestioni regionali (di destra e di sinistra). Gestioni che non hanno saputo amministrare e valorizzare un’azienda ferroviaria, abbandonando una spina dorsale a cui congiungere il trasporto locale nelle sue ramificazioni per coprire un tessuto montagnoso la cui peculiarità è anche la sua bellezza.

Ecco allora che dopo anni di abbandono e di mancati impegni (il Dlgs 422/97 prevedeva il passaggio a titolo gratuito alle Regioni delle ferrovie concesse al termine di un processo di risanamento tecnico e finanziario, mai avvenuto), ci si trova a fare i conti con le conseguenze delle scelte politiche di mera sopravvivenza.

Ci si accorge che il Governo nazionale ha consegnato alla Regione Calabria una ferrovia che avrebbe dovuto riammodernare ma che non ha fatto. Un Governo nazionale che approfittando della Spending review si è liberato di una infrastruttura a cui non ha saputo mai dare la giusta importanza. Tanti e molti sono stati i burocrati del ministero dei trasporti che hanno approfittato di questa risorsa per scorribande che lasciavano solo macerie. Tante sono state le responsabilità di dirigenti e management supini a queste logiche.

Da allora sino ad oggi solo piccoli interventi di adeguamento e messa in sicurezza degli armamenti e l’adozione dei sistemi di controllo della circolazione centralizzati, peraltro mai completati a dimostrazione dei ritardi sul vero ammodernamento e per la reale e completa messa in sicurezza della linea che attualmente si dimostra vecchia e superata, fino a determinare la chiusura di interi tratti.

E’ inaccettabile che si possano destinare miliardi di euro ad opere inutili come il TAV o per l’acquisto degli F35, per non parlare dello scongiurato “ponte sullo stretto” le cui risorse già dilapidate avrebbero consentito non solo una completa ristrutturazione di FdC ma anche della Linea Jonica di FS, quando poi per tagli indiscriminati ai beni comuni nei quali si annovera anche il trasporto locale, si mette a repentaglio la vita dei pendolari e lavoratori.

Oggi viene consegnata alle maestranze di Ferrovie della Calabria, ma viene consegnata all’intera Calabria, un’azienda piegata ma per fortuna non definitivamente affondata dalla politica dei tagli. Un’azienda le cui maestranze hanno con sacrificio accettato una scommessa contro chi li voleva improduttivi e falliti, per riscattarsi e riscattare una storia centenaria. Mai potevamo pensare che un incidente con feriti, ai quali va il nostro pensiero di pronta guarigione, potesse catapultare nelle ribalte nazionali questa azienda in questo modo a quasi una settimana dalla riuscita manifestazione del gruppo di appassionati di “Ferrovie in Calabria”, che aveva acceso la fiammella della speranza di vedere valorizzata anche la parte turistica dell’azienda.

Ricordiamo che oramai da oltre cinque anni la linea è interrotta tra le stazioni di Rogliano e Soveria Mannelli a causa del dissesto idrogeologico che colpisce ad ogni scroscio d’acqua il fragile territorio calabrese e nessuna programmazione di fondi concreta è attualmente prevista. Solo impegni.

Necessita urgentemente predisporre un piano d’intervento straordinario per ammodernare e rendere sicura la linea ferrovia gestita dalle Ferrovie della Calabria per tutelare il diritto alla mobilità dei cittadini e l’incolumità dei lavoratori delle lavoratrici e dei cittadini utenti, magari con la nuova programmazione dei fondi 2015/2020 da investire in infrastrutture sociali come ferrovie, scuole, ospedali, nuovi treni e autobus a basso impatto ambientale invece di finanziare clientele.