LA SANITA' FUORI DALLE LOGICHE DI MERCATO
L’Unione sindacale di base ha scritto al Commissario e Sub-Commissario alla sanità, al DG del Dipartimento della tutela della salute, alla Stazione Unica Appaltante della Regione.
Oggetto della missiva il sollecito al controllo e al monitoraggio, all’interno delle strutture sanitarie e socio-sanitarie accreditate col SSR nell’erogazione delle prestazioni sanitarie, rispetto l’applicazione e il rispetto dei contratti collettivi nazionali.
Esiste infatti una totale deregolamentazione all’interno delle aziende convenzionate col SSR nel rispetto e nell’applicazione dei contratti e nel rispetto delle normative sui requisiti minimi del personale.
In alcune strutture i contratti non rispecchiano la natura dell’accreditamento, in altre i contratti sono solo carta straccia in quanto non vengono proprio rispettati. Aziende in concordato non pagano i lavoratori nonostante dispongano delle agevolazioni dell’INPS e nonostante vengano loro riconosciuto i budget contrattualizzati dalla regione. Altre aziende impongono contratti libero professionali per risparmiare su contributi e non avere vincoli con i lavoratori, altre ancora non dispongono delle piante organiche minime per far fronte alle convenzioni stipulate con le ASP e vanno avanti con stagisti, volontari, tirocinanti e i poveri disgraziati illusi e ricattati dalle promesse di garanzia giovani. Tutto pur di risparmiare sui costi vivi del lavoro e ingrossare le proprie tasche.
Quelle poche strutture d’eccellenza sono vittime della mala politica regionale e locale (più attenta a far quadrare i bilanci e a favorire gli amici che a mettere nelle condizioni i centri di offrire dei servizi di qualità) e tali strutture saranno anch’esse portate ad uniformarsi all’andazzo generale scaricando i costi su dipendenti e pazienti.
Privatizzare ed esternalizzare dei servizi chiave per la vita di una comunità come quelli sanitari, ha determinato dei miglioramenti solo per i padroni dei centri, alcuni dei quali hanno costruito imperi economici, e ingarbugliando la situazione per i cittadini (quelli senza soldi, agganci e conoscenze) e i lavoratori.
Nonostante nel novembre scorso l’USB abbia sollecitato il DG dell’ASP di Cosenza Dott. Mauro a mettere in piedi un’operazione di verifica all’interno dei centri convenzionati al fine di controllare l’adeguata applicazione dei contratti al personale dipendente, ad oggi tale operazione sembra essere caduta nel vuoto.
Nel luglio del 2015 dopo il varo del DCA 62 che introduceva la tariffa unica come corrispettivo al pagamento delle prestazioni erogate dalle cliniche, il Commissario al piano di rientro dal disavanzo economico in materia sanitaria esclamava a furor di popolo che tale misura avrebbe comportato l’eliminazione di figli e figliastri dalla sanità. Tale roboante dichiarazione trovò il plauso del segretario regionale alla funzione pubblica della CGIL Iorno, il quale un minuto prima aveva incitato le folle in presidio alla rivolta, salvo poi capitolare dopo le raccomandazioni del commissario.
Non servono esperti di macro economica per capire che tale misura avrebbe sortito l’effetto opposto se non fossero state emanate gli indirizzi regolamentativi in materia di applicazione dei contratti. Se fino al giorno prima, l’ammontare delle tariffe a corrispettivo della prestazione erogata era determinato dai requisiti organizzativi, strutturali e tecnologici delle strutture nonché dal Ccnl applicato in azienda, col DCA 62 si faceva sparire la clausola del contratto applicato ai propri dipendenti.
Cosa significa questo? Significa un arretramento sostanziale per le condizioni dei lavoratori operanti all’interno delle strutture. Se prima a condizioni normative e salariali favorevoli per i dipendenti veniva corrisposto il pagamento di una tariffa proporzionalmente favorevole ai proprietari dei centri, ora col DCA 62 tale opzione decade.
Non aver vincolato l’ammontare della tariffa al contratto applicato ai lavoratori ha creato enormi disparità. Non solo non ha eliminato figli e figliastri, ma ha ulteriomente ingarbugliato la situazione creando figli e figliastri di serie A e di serie B e determinando un imbarbarimento economico e normativo spingendo verso una concorrenza sleale e un livellamento al ribasso delle condizioni salariali e contrattuali dei lavoratori. L’ammontare dei salari varia sostanzialmente da un contratto AIOP OSPEDALITA’ PRIVATA ad un’ANASTE o un’UNEBA o un’AIOP RSA e la differenze ruotano intorno alle 250/300 euro con un peggioramento netto di alcuni capitoli normativi, quali riduzione di ferie, aumento dell’orario di lavoro, disconoscimento del pagamento della malattia.
Le cliniche che applicavano all’interno delle proprie strutture dei contratti di lavoro peggiorativi, si sono visti nel giro di una notte, aumentare i margini di profitto con un contenimento del costi del personale, quelle che fino al giorno prima applicavano ai propri dipendenti dei contratti di maggior favore perché attratte dalla possibilità di avere riconosciuta una tariffa economicamente più vantaggiosa saranno portate a modificare in pejius i Ccnl.
Come al solito a farne le spese saranno i lavoratori e i cittadini.
Inoltre il mancato riconoscimento delle prestazioni a copertura dell’intero anno, nonché l’adeguato monitoraggio dei fabbisogni territoriali determineranno, come peraltro già successo l’anno scorso e già denunciato da USB, la preclusione per intere fasce di cittadini di potersi curare se non pagando o costringendoli all’emigrazione sanitaria con ulteriori disagi per i malati e ulteriori aggravamenti finanziari a carico delle casse del SSR che gli illuminati commissari e politici calabresi vorrebbero sanare.
È necessaria una svolta nell’indirizzo politico della sanità in Calabria. Svolta che potrà avvenire solo invertendo la rotta delle privatizzazioni, attuando serie politiche di controllo e monitoraggio e riportando la sanità sotto diretto controllo pubblico e popolare, per il bene dei cittadini e delle professionalità che all’interno di tale comparto lavorano.
Di seguito la nota di USB
Regione Calabria S.U.A. Catanzaro
Dirigente Generale Regione Calabria
Dipartimento Tutela della Salute
Dott. Riccardo FATARELLA
riccardo.fatarella@regione.calabria.it
dgtutelasalute@regione.calabria.it
dipartimento.tuteladellasalute@pec.regione.calabria.it
Commissario ad ACTA
Ing. Massimo SCURA
commissariatoadacta.tuteladellasalute@pec.regioe.calabria.it
Sub Commissario
Dott. Andrea URBANI
commissariatoadacta.tuteladellasalute@pec.regione.calabria.it
Oggetto: Tutela giuridica e salariale dipendenti strutture sanitarie accreditate.
La scrivente Organizzazione sindacale USB lavoro privato, considerato che a seguito del Decreto commissariale n° 62 del 11/06/2015, che ha di fatto annullato in ragione di una non ben chiara strategia la retta differenziata e di conseguenza la possibilità che le aziende applicassero trattamenti economici e normativi di miglior favore, le aziende tutte, per rendere compatibili i bilanci hanno applicato ai propri dipendenti CCNL meno onerosi economicamente ma che garantiscono maggiore flessibilità e meno tutele normative, che si sostanziano nella perdita di diritti sottoscritti da sigle sindacali non rappresentative della maggioranza dei lavoratori a livello nazionale, regionale e aziendale con alcune associazioni di categoria.
Non sempre il CCNL applicato dalle singole strutture accreditate è coerente con le prestazioni convenzionate, infatti la scrivente O.S. con formale nota inviata alla ASP di Cosenza ha richiesto di verificare, con le opportune e dovute ispezioni, se le strutture sanitarie accreditate operanti sul territorio applicano correttamente i CCNL di riferimento rispetto alla natura dell’accreditamento.
Tale richiesta, però, allo stato non ha avuto nessun riscontro, e pertanto l’Unione Sindacale di Base chiede il ripristino della retta differenziata al fine di garantire ai lavoratori e alle lavoratrici delle strutture sanitarie accreditate le migliori condizioni lavorative e tutelare le aziende che operano in modo corretto a riguardo, ritendo che quanto su espresso potrà essere realizzato solo con la modifica del DCA 62 del 11/06/2015 e inserendo nel prossimo Contratto di servizio relativo all’anno 2017 l’obbligo per le aziende di applicare il CCNL di categoria rispetto alle prestazioni convenzionate.
Sicuri che il suggerimento sarà valutato positivamente poiché questi accorgimenti servono, oltre a quanto segnalato, anche a garantire ai cittadini servizi standard adeguatamente connessi, ovviamente, alla professionalità e alla condizione lavorativa degli operatori,
Nell’attesa di un riscontro si coglie l’occasione per inviare i più cordiali saluti e, contestualmente, si richiede un opportuno incontro al fine di discutere su quanto evidenziato.
USB federazione provinciale di Cosenza