La Questura di Cosenza ha un'ossessione: l'attivismo sociale. Decine di multe ai partecipanti al "No Draghi Day" del 4 dicembre
A distanza di poche settimane dalla notifica dei decreti penali di condanna agli attivisti del Comitato piazza Piccola, colpevoli di aver organizzato una passeggiata tra le macerie del centro storico, e dalle assurde proposte di sorveglianza speciale avanzate nei confronti di Jessica Cosenza e Simone Guglielmelli (misura cui è tra l’altro già sottoposto dallo scorso novembre Francesco Azzinnaro), ci troviamo a denunciare l’ennesimo grave attacco al diritto al dissenso perpetrato dai vertici della Questura di Cosenza, evidentemente in confusione.
In queste ore tutti i partecipanti alla manifestazione contro il governo Draghi del 4 dicembre scorso in piazza Kennedy a Cosenza, regolarmente autorizzata, sono stati raggiunti da multe di centinaia di euro: la ridicola motivazione è la violazione delle misure di distanziamento. Non solon foto e video smentiscono facilmente, ma a sottolineare la pretestuosità di questi provvedimenti basta il fatto che a pochi metri di distanza migliaia di cosentini, alle prese con lo shopping natalizio, affollavano corso Mazzini.
In quella data tutto il Paese è stato attraversato da centinaia di iniziative promosse dal sindacalismo di base contro la nuova manovra economica del governo che ha concentrato le risorse maggiori sulle grandi imprese, con la stessa logica con cui si è elaborato il PNRR, e senza intervenire sulla riduzione delle disuguaglianze sociali attraverso politiche di redistribuzione del reddito e di investimenti pubblici nei settori chiave come lavoro, sanità, scuola e trasporti.
Questo ennesimo attacco da parte della questora Petrocca e del solerte dirigente Digos De Marco ad alcune importanti organizzazioni sociali e sindacali attive in città e, più in generale, ai diritti sanciti dalla Costituzione, è molto preoccupante e contribuisce ad aggravare il clima da caccia alle streghe che si registra in città.
La comunità cosentina, scossa e sdegnata davanti a queste azioni repressive che fanno perdere credibilità alle istituzioni, continua a chiedersi cosa abbia mosso e quale sia l’obiettivo di tutto ciò.
Nascondendosi dietro la retorica del rigido rispetto della legge, in una terra segnata dal malaffare e dalla corruzione, il monito della questura locale pare chiaro: chi manifesta per i propri diritti sarà perseguito con ogni mezzo necessario.
L’agibilità democratica è fortemente minata. La situazione è grave quanto inaccettabile, di fronte a ciò proseguirà con determinazione la mobilitazione della parte sana della città che sta già dando prova di saper difendere le libertà democratiche attualmente sotto attacco.
USB Confederazione Cosenza
COBAS Cosenza
FGC Cosenza
Cosenza, 11.01.2022