IL VOTO REFERENDARIO E I PROBLEMI DELLA CALABRIA

La USB Calabria chiede che Oliverio imiti Renzi

Lamezia Terme -

 

Il voto del 4 dicembre è stato un voto importante per la democrazia nel nostro Paese e per la difesa della costituzione antifascista.

E’ innegabile che il voto abbia avuto anche una ricaduta diretta sul giudizio dell’operato del governo, che ha asservito le scelte fatte nel nostro Paese, agli interessi della politica europea, la quale ha proposto solo sacrifici riversati unicamente ed esclusivamente sulle spalle dei lavoratori.

La logica conseguenza del voto, sono state, quindi, le dimissioni del premier.
Anche la Calabria ha espresso un suo voto netto, inequivocabile e compatto.

Infatti, addirittura il 67% dei cittadini si è schierato per il NO, una percentuale incredibile, distribuita uniformemente per tutte le province.

In considerazione della chiara presa di posizione del governatore Oliverio, primo sostenitore di Renzi e del sì al referendum, è evidente che questo risultato calabrese, ancora più clamoroso di quello a livello nazionale, costituisce una evidente bocciatura della sua politica regionale, fatta di interventi che lasciano assolutamente irrisolti i tanti problemi che affliggono la nostra regione: a partire dalla sanità che espone i calabresi a disservizi da terzo mondo, causati da tagli alle strutture ed a mortificazione del personale; ai trasporti con il supino assenso alla decisione che l’adeguamento di ben 58 chilometri di autostrada venisse sacrificato alle esigenze di passerella di Renzi; alle politiche sul lavoro(?) completamente assenti; ai lavoratori della mobilità in deroga, lasciati senza risorse; al mondo del precariato che vive la drammatica incertezza del proprio futuro.

Tutto questo è potuto accadere anche grazie alle scelte complici in questi anni dei sindacati confederali, cgil-cisl-uil, i quali, tra l’altro, hanno anche, direttamente o indirettamente, appoggiato o favorito il sì.

Noi riteniamo che, sull’esempio di quanto successo a Roma, anche in Calabria il presidente della giunta regionale dovrebbe trarre le ovvie conseguenze da questo voto e lasciare l’incarico, per manifesta incapacità a risolvere le problematiche della nostra regione, che certamente preesistono alla sua elezione, ma che lui non ha avuto la capacità neanche di affrontare.