Ecco come si fa sindacato nelle Ferrovie della Calabria
Raggiunto il limite della decenza da parte dei sindacati complici asserviti ai padroni.
Il giorno 15 di settembre 2014 i segretari regionali della Calabria delle OO.SS. FILT-CGIL/FIT-CISL/UILTRASPORTI e UGL-FNA, hanno deciso, come oramai accade da anni, di “collaborare” con l’azienda.
Lo si fa, (sarà una combinazione?) contestualmente alla presentazione della nuova Macrostruttura aziendale deliberata dal Cda e inserita nel nuovo piano di ristrutturazione approvato dalla Regione Calabria socio unico.
Il solito metodo, i lavoratori e le lavoratrici non devo proporre ricorsi contro l'azienda Ferrovie della Calabria, loro invece provano a trovare le collocazioni più comode per amici e simpatizzanti vista l’occasione?
L'episodio è tanto grave quando inaccettabile poiché assume il carattere di alto tradimento nei confronti di chi, in un rapporto fiduciario espresso attraverso la delega, aveva intrapreso, a sua tutela e diritto, la via giudiziale al fine di ottenere il riconoscimento a percepire un’indennità aziendale ritenuta erroneamente superata dall’accordo oggetto di “interpretazione autentica” .
Un diritto che il sindacato complice ha già svenduto nel lontano 1997 facendo finta di nulla su un'applicazione diversa che l'azienda attuava. Metodo che continua a perpetuarsi ancora oggi.
Un ricorso, e bene ricordare, che è stato presentato e sostenuto dall’allora SULT del quale oggi l’USB - l’Unione Sindacale di Base - è la sua derivazione .
Succede allora che a distanza di “soli” 17 anni per fermare i ricorsi che i lavoratori e le lavoratrici stanno proponendo, la società Ferrovie della Calabria convoca i "saggi" per concertare e fare esatta interpretazione, a loro dire, dell'accordo sottoscritto nel 1997 oggetto di contenzioso legale.
Una dichiarazione che però non tiene conto che per 45 lavoratori le sentenze sono già passate in giudicato e quindi esecutive non avendo l’azienda proposto appello, che permetteranno ai lavoratori di incassare oltre 15.000 €. ciascuno e il diritto a percepire l’indennità oggetto di ricorso pari a 3,50 € giornalieri, e che si è in attesa che la Cassazione si pronunci su altri 100 ricorsi già accolti dalla Corte di appello di Catanzaro.
E’ bene precisare che, tra tutti i lavoratori interessati, e questa è la cosa incredibile, oltre l’ 80% sono iscritti alle OO.SS che stanno cercando di far ribaltare alla Magistratura il giudizio favorevole con una dichiarazione assolutamente non coerente con la interpretazione ermeneutica della narrativa dell’accordo in questione e che guarda caso esce “solo” dopo 17 anni, e lo fanno dopo decine di sentenze positive delle Corti di appello calabresi ed in attesa del giudizio della Cassazione.
Ma al danno a carico dei lavoratori e delle lavoratrici si unirà la beffa!!!!!!!!!!
Se il tribunale riterrà valido quel documento che è di fianco pubblicato e lo dovesse accettare come prova del corretto comportamento dell’azienda, i ricorrenti, compreso i loro iscritti, saranno sicuramente condannati a pagare centinaia di migliaia di euro per le spese legali della controparte oltre, ovviamente, alla parcella del legale di parte.
Cosa insegna ai lavoratori e alle lavoratrici a questa squallida vicenda?
• Che i giudizi già positivi favorevoli alle lavoratrici e ai lavoratori emessi dalla Corte d’Appello di Catanzaro confermano l'insipienza di una sindacato complice e asservito che firmò un accordo ambiguo;
• Di essere di fronte alla scoperta dell’ennesima magagna consumata a danno dei lavoratori;
• Che il sindacato concertativo ha abdicato al ruolo di soggetto difensore degli interessi dei rappresentati e più in generale dei lavoratori per sostenere le posizioni aziendali nell’interpretazioni degli accordi ma anche di delegare all’arbitrio dell’azienda l’applicazione delle norme contrattuali di I^ e II^ livello, delle leggi sulla sicurezza nei posti di lavoro e degli obblighi di legge riguardanti i rapporti di lavoro.
Il giudizio ai lavoratori e alle lavoratrici delle Ferrovie della Calabria e del comparto.