Contratto Ministeri
Un contratto a carico dei lavoratori
Il 14 luglio è stato sottoscritto da CGIL CISL UIL ed alcuni sindacati autonomi il nuovo Contratto Collettivo Nazionale dei Ministeri.
Come preannunciato nei comunicati precedenti, si tratta di un contratto a perdere sia per quanto concerne l’aspetto economico che normativo. Infatti con il nuovo ordinamento professionale, si introducono le mansioni d’area e conseguentemente la massima flessibilità; un sistema di valutazione individuale (memorandum) sulla base di criteri e di principi meritocratici.
La chiusura frettolosa dell’accordo, in vista della modifica del contratto da biennio in triennio, in realtà per la parte economica stabilisce aumenti irrisori così suddivisi:
- anno 2006 8,07 euro medi lordi mensili
- anno 2007 40,86 euro medi lordi mensili
Pari a circa 531,18 euro lordi di arretrati.
Il restante aumento per arrivare a 92,00 euro complessivi per l’ anno 2008 è vincolato all’approvazione della Finanziaria 2008 e all’“invarianza di Governo” .
In pratica se tutto va bene a decorrere dal 1 gennaio 2008 entreranno nelle tasche dei lavoratori circa 50 euro netti.
La differenza, poi, tra i 101 euro ed i 92 tabellari andrà a finanziare il FUA a partire sempre dal 2008.
Oltre a tutto ciò, abbiamo avuto un ulteriore peggioramento perchè:
- l’eliminazione della sperequazione delle indennità di amministrazione tra i vari ministeri, è stata risolta attraverso il prelievo dal Fondo Unico di Amministrazione;
- il nuovo ordinamento professionale che peggiora notevolmente il vecchio in termini di blocco delle progressioni tra le aree, massima flessibilità, aumento ingiustificato dei livelli economici nelle aree (da 11 a 16) e introduzione criteri di meritocrazia per i percorsi di riqualificazione;
- l’introduzione della mobilità coatta, a seguito della chiusura degli uffici e sedi di ministero, dove il sindacato sarà solo informato e non avrà nessun ruolo nelle decisioni adottate.
Il nuovo codice disciplinare introduce norme più restrittive che lasciano ampio margine al dirigente e contemporaneamente non si riconoscono i diritti più elementari quali il riconoscimento delle malattie gravi e non viene eliminata la vergognosa decurtazione dell’indennità in caso di malattia.
Il contratto, oltre a non prevedere nessun tipo di recupero del potere d’acquisto, introduce pesanti norme contrattuali che mirano a smantellare la funzione della pubblica amministrazione attraverso la riduzione dei diritti dei lavoratori pubblici e a determinare un ruolo subalterno degli stessi sia ai dirigenti che ai sindacati concertativi i quali si preparano a cogestire fette sempre più consistenti di salario e di processi di riqualificazione.
La RdB avvierà nelle prossime settimane le assemblee dei lavoratori in tutti gli uffici.