Basta tagli alla Sanità della Calabria sulla pelle dei lavoratori e dei cittadini: il 26 maggio manifestazione alla cittadella regionale di Catanzaro
Il governatore Occhiuto di ritorno da Roma dà i numeri sulla sanità calabrese e avvia il solito balletto di nuove nomine dei Direttori generali, tutto questo mentre la sanità regionale precipita verso un baratro senza fondo fatto di pronto soccorso al collasso, carenze di mezzi e di personale, liste di attesa infinite.
Occhiuto parla di Piano Programmatico Triennale prossimo all’approvazione, e di 145 milioni di euro “risparmiati” dal Servizio Sanitario Regionale. Ma nel dare queste cifre il governatore nonché commissario ad acta per l’emergenza sanitaria omette almeno tre informazioni fondamentali.
La prima è che questi soldi sono dei tagli lineari fatti sulle spalle dei calabresi che minano ulteriormente un diritto alla salute che in questa regione era già un miraggio. Tutto questo inoltre va a colpire un sistema sanitario già profondamente depotenziato dagli 11 anni di commissariamento, che sono costati alla Calabria la chiusura di 18 ospedali, la perdita di oltre 4000 lavoratori del settore sanitario, e che mettono la regione al primo posto in Europa per tasso di migrazione sanitaria.
La seconda omissione è nello spiegare che parte del debito è stato risanato utilizzando impropriamente i fondi Covid per tutto il 2020. Infatti sono proprio i tavoli ministeriali tanto cari ad Occhiuto, che hanno scritto nero su bianco come la Calabria sia stata l’unica regione d’Italia che nel 2020, in piena emergenza Covid, non ha aumentato la dotazione di organico. I soldi del Covid sono stati in parte usati per pagare gli stipendi al precariato storico della regione che era impegnato in altre mansioni prima dell’arrivo dell’emergenza pandemica. Solo dal 2021 la Regione ha iniziato ad usare il fondo per aumentare il personale in organico, lo stesso personale che oggi si trova immerso nel limbo della precarietà con contratti che si rinnovano ogni 3 mesi. Il risparmio certo c’è stato ma ci chiediamo: a quale prezzo? Quante vite si potevano salvare aumentando la dotazione di organico dall’inizio dell’emergenza? Quanto vale la vita di un calabrese nella feroce logica di ripiano di bilancio portata avanti dai vertici regionali?
La terza omissione riguarda invece il Piano Programmatico Sanitario Calabrese, che a detta del presidente il governo ha valutato positivamente. Ci chiediamo cosa ci sia scritto in questo piano, quanti altri tagli ci aspettano, quanto ulteriormente verrà distrutto il SSR. Domande legittime visto la totale segretezza con la quale il piano si sta scrivendo. Nessuno infatti, fuori dai vertici apicali regionali, lo ha mai visionato; né le organizzazioni sindacali né tantomeno i vertici delle Aziende Sanitarie, e neppure la stessa commissione sanità del Consiglio regionale. Un piano scritto senza coinvolgere nessuno e nel più totale riserbo che non promette nulla di buono.
Per finire Occhiuto non ha speso una sola parola per gli oltre 1800 precari che hanno il contratto in scadenza il 30 giugno. Non ha dato rassicurazioni di nessun tipo né sulla proroga né tantomeno sulla stabilizzazione.
Consideriamo anche questo silenzio fortemente preoccupante visto che la Regione Calabria non ha ad oggi adempiuto agli obblighi previsti dalla legge per la stabilizzazione dei precari Covid.
Proprio per chiedere chiarezza su queste tematiche abbiamo deciso di convocare come Unione Sindacale di Base una manifestazione alla cittadella regionale di Catanzaro per il 26 di maggio.
Andremo a dire a chiare lettere al governatore che, né come lavoratori, né come calabresi siamo più disposti ad accettare ulteriori tagli sulla nostra vita.
Lavoro per tutti/e precarietà per nessuno.
USB Calabria