ATENEO REGGIO CALABRIA: ARROGANZA, PRESUNZIONE, INCAPACITÀ
ATENEO REGGIO CALABRIA: ARROGANZA, PRESUNZIONE, INCAPACITà
La situazione all’Università Mediterranea di Reggio Calabria, ha raggiunto dei livelli inimmaginabili.
L’arroganza, la presunzione e l’incapacità dei vertici sta conducendo rapidamente l’Ateneo, verso la catastrofe.
· L’arroganza sta nel ritenere di non dover fornire alcuna risposta alle richieste avanzate da USB in nome e per conto dei Lavoratori, su scelte strategiche che riguardano direttamente tutto il personale; risposte, sia chiaro, che sono dovute dal Rettore e dal Direttore Generale, in quanto previste da norme contrattuali, ma che vengono scientemente ignorate.
· La presunzione sta nel non voler neanche ascoltare le ragioni del nostro sindacato (il più rappresentativo dell’ateneo) e della RSU che, sempre a nome dei Lavoratori, non hanno avallato il caotico nuovo Sistema di Valutazione del Personale né tantomeno la bizzarra e fantasiosa scheda di valutazione da 90 punti.
· L’incapacità sta nell’analisi della gestione dell’Ateneo che è riassumibile, nel suo aspetto più eclatante, cioè il taglio di alcune linee telefoniche (tra cui la linea del centralino dell'amministrazione) da parte di Telecom Italia. Si tratta di inadempimento contrattuale dell’ateneo o più banalmente di semplici disguidi burocratici?
Appare chiaro come, secondo seguendo un preciso disegno nazionale, ci sia la volontà strategica di distruggere a tutti i livelli le scuole e le università, accorpando istituti e spingendo per l’entrata di soggetti privati (fondazioni) che limiterebbero pesantemente il diritto all’istruzione per tutti.
Nell’università di Reggio Calabria, poi, tutto ciò si combina con un ripetuto svilimento della democrazia e della trasparenza amministrativa, con una mancanza assoluta di considerazione nei confronti del personale e con un profondo disprezzo delle relazioni sindacali e delle regole contrattuali.
Per quanto concerne, poi, la valutazione, la USB P.I. Calabria ritiene inaccettabile il nuovo sistema di valutazione del personale con la relativa scheda, poiché lasciano ai responsabili di struttura fin troppo margine di discrezionalità, in quanto basati su criteri tutt’altro che oggettivi.
Inoltre, le conseguenze della valutazione, ricadono, oltre che sulla dignità e professionalità dei Lavoratori, anche in modo pesante sulle loro retribuzioni, già duramente minate dai blocchi contrattuali vigenti da oltre 5 anni e che, nelle intenzioni del governo, si protrarranno fino al 2020!
Per questi motivi, la USB P.I. Calabria, proclama lo stato di agitazione dei Lavoratori che, se non saranno soddisfatte le richieste di chiarimenti e di trasparenza, sfoceranno in azioni di protesta da concordare.