A PROPOSITO DI SANITA'

Lamezia Terme -

Stiamo assistendo in questi giorni a eclatanti comunicati da parte di esponenti politici della regione Calabria sull'eroicità del Presidente Scopelliti e dei suoi uomini... nel portare avanti il programma (smantellamento) di risanamento della sanità calabrese.

Ma, ci chiediamo la realtà e tutt'altro, tanto che apprendiamo e assistiamo anche in alcuni casi personalmente, alla assoluta mancanza delle più elementari materie di primo soccorso.

Infatti in alcune ASP mancano le bende, gli emostatici, il filo per suturare, i reagenti per poter fare le analisi (specie quelle particolari), l'assenza o la presenza di un solo Medico al Pronto soccorso.

Quindi non vediamo in nessun caso quella eroicità citata prima, ma solamente TAGLI indiscriminati sulle forniture necessarie per una buona sanità ma nello stesso tempo conferme di incarichi, e incarichi ad personam.

Ci chiediamo dove vanno a finire i soldi pagati dai contribuenti trattenute sulle buste paga e la tangente sulle ricette (ticket sanitari).

Si spendono soldi in viaggi di rappresentanza e si lasciano gli ospedali in panne.

Dalla relazione della commissione parlamentare sulla sanità si evince che in calabria i :

• Dati contabili e di bilancio sono inaffidabili,

* carenza di un efficiente ed efficace sistema di controllo.

• Eccessivo ricorso alle anticipazioni di cassa.

• Disarmonia tra programmazione annuale

e budget.

• Illegittimità nell’acquisto dei farmaci.

• Inosservanza delle norme in materia di appalti pubblici.

• Mancata utilizzazione di strutture e apparecchi medico-sanitari.

• Pagamento di fatture riferibili ad operazioni inesistenti.

• Ritardato pagamento ai fornitori.

• Illegittimo conferimento di incarichi professionali e consulenze.

che:

- si tratta della regione col maggior numero di segnalazioni di presunti errori sanitari: 89 tra casi di presunti errori - tra cui 75 con 60 morti - e criticità di vario tipo;

- il pagamento ai fornitori ammonta a un ritardo medio di 700 giorni, dai 778 per i prodotti biomedicali ai 674 giorni per i farmaci;

- il numero delle strutture ospedaliere è effettivamente eccessivo: tassi di ospedalizzazione altissimi, pare, per sopperire - molto spesso - alla carenza di risposte assistenziali alternative;

- ci sono troppi dirigenti medici rispetto agli operatori, 14869 medici per due milioni-e-passa di abitanti.

 

Si erogano milioni di euro alle cliniche private tutte gestite dai soliti noti, e anche li assistiamo ad incassi milionari ma i dipendenti vengono dimenticati con l'erogazione degli stipendi una o due volte l'anno.

 

Lo stato della sanità in Calabria richiede quindi, in generale, un

cambiamento radicale della gestione della cosa pubblica, attraverso

una maggiore responsabilizzazione degli amministratori locali

mediante un potenziamento delle attività di controllo sia per le ASP che per le aziende Private, che garantisca piena trasparenza di fronte alla popolazione e al Paese.

 

Oggi, abbiamo la conferma di tutto questo dal servizio effettuato da una tv che conferma tutto quanto noi abbiamo denunciato negli anni.

La sanità in Calabria è ormai al collasso. Il deficit cresce. L'emigrazione sanitaria è tornata ad aumentare vistosamente. Il sistema è pressoché bloccato mentre gli ospedali stanno scoppiando.

Per colpa di questa inefficienza, di questa malasanità, 68000 calabresi ogni anno sono costretti ad emigrare per curarsi e questo costa 270 mln di euro nelle casse della regione, già in rosso

Davanti a tutto ciò, è evidente la necessità di rivedere tutto l'impianto del fallimentare Piano di Rientro dal deficit presentato da Scopelliti (eroico) e dichiarato fallimentare dal Tavolo Massicci, che, di fatto ha prorogato il regime commissariale.

Ed altri tagli si profilano all'orizzonte:

Centri di salute mentale, consultori, Sert per il trattamento delle tossicodipendenza ed altro ancora: sono queste le offerte di assistenza sanitaria pubblica che potrebbero essere piu' colpite dalla scure imposta alle otto regioni con i conti in rosso che dovranno tagliare oltre 11mila strutture entro l'anno, come i reparti ospedalieri, piccoli o complessi. I responsabili per la Sanita' di Piemonte, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania Puglia, Calabria e Sicilia entro il 31 dicembre di quest'anno dovranno far coincidere la diminuzione di risorse a un miglioramento dell’erogazione del servizio, è complicato da realizzare e soprattutto da far credere, considerate le enormi difficoltà in cui versano il Governo e le Regioni in questo ambito.

L’articolo 15 si può considerare, quindi, come il punto più delicato della spending review.

Tutto questo e altro è riportato in un documento elaborato dal ministero della Salute, da quello dell'Economia e dalla Regioni lo scorso marzo, per il contenimento dei costi con circa 18.000 posti letto in meno... .