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Catanzaro -

Alla Commissione Ambientale di Camera e Senato

Al Presidente della giunta regionale della Calabria

Al Prefetto di Catanzaro

All’ASL a Catanzaro in Via Fontana Vecchia 69 - Igiene Pubblica Tutela Ambiente.

Arpacal Catanzaro

Ai parlamentari calabresi

 

premesso che

 

il giorno 13 settembre 2018 i vertici della amc su ordine del sindaco di Catanzaro hanno appiccato fuoco al piazzale antistante la funicolare sita in località “sala “ di Catanzaro, - come riportato dai quotidiani (“”L’Amc, su input del sindaco Sergio Abramo, ha avviato un approfondito intervento di pulizia, diserbo e decespugliamento, e rimozione dei rifiuti nel piazzale della stazione della Funicolare del quartiere Sala. Le operazioni verranno ultimate entro il fine settimana””)

la notizia, dopo denuncia della Unione Sindacale di Base è ribaltata sulle cronache di tutti i quotidiani il giorno successivo, senza scuotere le coscienze ne tanto meno far desistere i vertici della amc a bloccare lo scempio che si stava perpetrando, tanto è vero che l’accanimento sui giardinetti e sulle strutture fisse insite sull’area sono continuate anche il sabato successivo 15 settembre 2018;

le autorità cittadine preposte, come risulterebbero NON sono mai state preventivamente informati ne successivamente, al fine di eseguire controlli sulla qualità dell'aria circostante il rogo, visto che sono stati bruciati tutti i materiali plastica, batterie, residui urbani e legnosi, per scongiurare elementi inquinanti (tipici nei casi di incendi): monossido di carbonio (CO), Composti organici volatili (COV) e formaldeide altamente cancerogeno;

il legislatore è intervenuto non solo per limitare il rischio incendi, ma soprattutto per quanto riguarda la qualificazione dei residui provenienti dalle attività di disboscamento, potatura, raccolta, pulizia di boschi, campi, aiuole ecc qualificati come "rifiuti", devono essere smaltimenti conformemente alle apposite procedure;

il cd. decreto Terra dei Fuochi, d.l. n. 136/2013 e successive modifiche, al fine di reprimere le vicende criminose e dannose per l'ambiente che hanno messo in luce la situazione in Campania, ha introdotto il nuovo reato di "Combustione illecita di rifiuti" vietando di appiccare incendi all'aperto in tutti i casi in cui sussistono condizioni meteorologiche, climatiche o ambientali sfavorevoli in cui da tale attività possano derivare rischi per la pubblica e privata incolumità e per la salute umana, con particolare riferimento al rispetto dei livelli annuali delle polveri sottili;, oltre all’art. 256 del D.Lgs 152/2006 (attività di gestione di rifiuti non autorizzata).

considerato che

nessuna attività preventiva e successiva è stata messa in moto al fine della salvaguardia e tutela dell’ambiente e delle persone

i giardini sono stati letteralmente bruciati privati letteralmente di tutte le piante di oleandro ed arbusti decorativi precedentemente impiantati con soldi pubblici, in modo crudele e malvagio come da foto allegate;

 

CHIEDIAMO alle autorità in indirizzo:

di indagare sugli autori di tale degrado urbano, sulle cause che hanno determinato volutamente la distruzione di tutti gli arbusti di oleandro e macchia mediterranea in modo incivile e doloso con le cause inquinanti e con i soldi della comunità catanzarese;

SE:

• non sia il caso di ripristinare le aiuole dopo ampia verifica delle strutture antistanti a spese degli amministratori che sono rei del degrado organizzato e se si riscontrano reati penali perseguire per legge degli autori;

• si sia in grado di escludere ogni possibile sorgente di inquinamento e di conseguenze sulla salute dei cittadini e sull'ambiente;

• saranno attivate tutte le opere di bonifica;

• sia stata compiuta una analisi sulle cause dell'incendio e se siano state rispettate tutte le prescrizioni ambientali o comunque gli atti autorizzativi in modo preventivo, in particolare sul materia residuo che insisteva sull’area;

• le autorità sopra interpellate sono a conoscenza dei fatti e quali provvedimenti intendano prendere affinché' si faccia chiarezza sull'accaduto per verificare oltre ai reati individuabili i motivi dell’accanimento sulle piante di ornamento della piazza calpestando così qualsiasi diritto alla salute d al decoro urbano.