Istituto di vigilanza privata Diurna e Notturna: USB scrive alla regione ed alla Sacal

 

L'azienda non retribuisce i lavoratori giustificandosi con le commesse non pagate anche da parte di Sacal.

USB ritiene scandaloso che il rischio impresa venga fatto pagare ai lavoratori e invia una richiesta di incontro a Oliverio e a De Felice.

 

Catanzaro -

Nel tavolo di confronto, tenuto alla presenza del Prefetto, i rappresentanti dell’Istituto di vigilanza e diurna di Catanzaro, hanno dichiarato che i ritardi nell’erogazione degli stipendi ai dipendenti, sono dovuti al mancato pagamento di alcune commesse.

La nostra organizzazione sindacale ritiene incredibile che un’azienda con un capitale sociale importante, faccia dichiarazioni pubbliche di questo tenore, lasciando intendere una precarietà che a noi non risulta, anche perché sono gli imprenditori che hanno l’onere di assumersi il rischio di impresa ed è assolutamente inaccettabile che questo venga scaricato sulle spalle e sulla pelle dei lavoratori.

In tutti i casi, a seguito delle dichiarazioni dell’azienda, la USB, unitamente all’avvocato Janfer Critelli, a cui i lavoratori hanno conferito mandato, ha inviato nota con la richiesta di un urgente incontro al presidente della Giunta regionale Calabria, Mario Oliverio ed al Presidente della Sacal (chiamata in causa dall’azienda per i mancati pagamenti), Prefetto De Felice, per avere ragguagli sulla reale situazione dei pagamenti nei confronti della Azienda di vigilanza.

Ma, a parte queste iniziative per la verifica delle commesse, non si può non rilevare come la situazione dei pagamenti non sia certo omogenea tra tutti i lavoratori, alcuni dei quali (quelli che fanno riferimento alla USB e che sono difesi dall’avv. Critelli) paiono subire ingiustizie e discriminazioni maggiori rispetto ad altri.

 A conferma di ciò, oltre alla questione pagamenti, l’atteggiamento vessatorio si è palesato anche oggi, allorquando alcuni lavoratori, che si erano presentati presso la sede dell’azienda per svolgere il proprio servizio, sono stati messi alla porta con l’intimazione di recarsi a svolgere il servizio addirittura presso un'altra provincia, con la propria autovettura, senza alcun rimborso e a dispetto del fatto che non percepiscono stipendi da mesi!!!!

I lavoratori, però, sostenuti dalla USB e dal loro legale, sono determinati ad andare avanti, così, tra denunce, incontri con i rappresentanti delle istituzioni sul territorio e rappresentanti della politica regionale, la battaglia continua in tutte le sedi, legali e politiche, fino al totale ripristino della diritti violati.

 

                                                      in allegato la richiesta di incontro