L'AZIENDA NON PAGA I LAVORATORI E VIENE PREMIATA

Cosenza -

La diffida accertativa 2016-247 della Direzione Territoriale del Lavoro di Cosenza esemplifica, ove ce ne fosse bisogno, l'inefficacia di alcuni dei più comuni strumenti di controllo.

Nel caso specifico, a seguito dell'ispezione del 4 aprile 2016 presso un importate azienda agroalimentare, sono emersi intollerabili ritardi nella corresponsione degli stipendi. L'iter procedurale si è però concluso con una conciliazione monocratica a fine ottobre, nella quale l'Ente ha concentrato l'attenzione dello stato dei pagamenti solo fino al mese di febbraio 2016 e concedendo addirittura una ulteriore proroga all'azienda per i pagamenti fino la fine del mese di novembre 2016!

É evidente che le procedure di tutela dei diritti nel nostro Paese sono tutte da rivedere, visto che diventa possibile mantenere un ritardo perenne nel pagamento di così tante mensilità, senza che vi siano penalizzazioni per le aziende.

In aggiunta a ciò, la beffa dell'Inps che riconosce, nei migliori dei casi, soltanto le ultime tre mensilità ai lavoratori che non abbiano potuto recuperarli attraverso gli strumenti legali.

Quindi, fantomatiche aziende possono in questo modo sparire senza saldare i compensi dovuti ai lavoratori e senza che questi abbiano i riconoscimenti contributivi per i periodi lavorati, risultando così colpiti due volte

Non è assolutamente tollerabile che le libertà affaristiche e speculative abbiano la prevalenza sui diritti e la dignità delle persone.

Anche la nuova legge sul caporalato non ci sembra lo strumento adatto ad eliminare lo sfruttamento dei lavoratori, in quanto consideriamo che l'obiettivo di una legge “contro il caporalato” non dovrebbe essere quello di cercare soluzioni palliative e/o di capri espiatori, ma di sradicare il fenomeno.

Occorre in definitiva spezzare il meccanismo che consente alle aziende di percepire contributi pubblici e di attuare lo sfruttamento privato.

L’USB lavora per questo.